Colonna del movimento LGBT italiano, presidente del Movimento Identità Trans (MIT), scrittrice e attivista, Porpora Marcasciano si è candidata alle imminenti elezioni comunali di Bologna con Coalizione Civica, Ecologista e Coraggiosa, lista della sinitra di Elly Schlein.
Chiusa ufficialmente la presentazione delle liste, Porpora ha denunciato dalle pagine de LaRepubblica quanto ha dovuto sopportare. Il deadnaming sulla candidatura, ovvero il suo nome da uomo, “Egisto”.
“Anche questo piccolo fatto, e cioè che io abbia dovuto candidarmi col mio nome da uomo, perché non avevo completato tutti i passaggi burocratici, racconta di un problema reale che c’è nel Paese“, ha amaramente confessato Porpora, che anche per questo motivo ha accettato la storica candidatura, 26 anni dopo l’elezione di Marcella Di Folco, che fece il suo ingresso in consiglio nel 1995. “Per un omaggio a Marcella, ma anche perché ho sentito il bisogno che una parte del nostro movimento si mettesse in gioco. Per riportare coerenza, creatività e anche bellezza alla politica. Io non posso avere sfiducia nella politica, perché se l’avessi tutto sarebbe perduto. C’è bisogno invece di credere che se ti candidi a sinistra farai cose di sinistra. Io credo questo sia possibile”. “Bologna è sempre stata un simbolo di inclusività e accoglienza, la San Francisco d’Italia. Ma ci sono ancora dei muri da abbattere. E io sono qui per questo“.
Un mese di campagna elettorale, per Porpora, ma non solo. Marcasciano sta infatti girando un film di Roberta Torre, tutto centrato sull’identità trans. Nei mesi scorsi Monica Cirinnà ha omaggiato Porpora in Senato, leggendo le parole di Marcasciano a sostegno del DDL Zan. La stessa Porpora ha poi denunciato di essere stata contattata da esponenti di Italia Viva per spaccare il fronte del movimento LGBT+, avallando quelle modifiche alla legge contro l’omotransfobia che il partito di Renzi sostiene, al fianco di Lega e Forza Italia.
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