Arriva anche quest’anno Festival DiverCity 2022, quinta edizione del festival – ideato dal Dr. Andy Nganso e il manager d’impresa Maurizio Talanti – finalizzato a celebrare e sostenere ogni forma di diversità, oltre il colore della pelle, la sessualità, o la disabilità. Dal 24 al 26 Giugno, presso BASE Milano, tre giorni per dare libera espressone a più gruppi marginalizzati, attraverso talk, workshop, performance artistiche, mostre fotografiche e arti visive. Ideato nel 2018, il progetto nasce dalla necessità di creare uno spazio di rappresentanza e narrazione per le persone afrodiscendenti e di seconda generazione, per evolversi gradualmente in una piattaforma che attraverso la divulgazione culturale e artistica dà parola a chiunque vive discriminazione: “Partiamo dalla nostra esperienza in quanto persone nere per poi raccontare ogni difficoltà da un punto di vista intersezionale, cogliendo la vulnerabilizzazione di tutt**” spiega Nganso.
Capitanata dallo slogan”Rest, restare, resistere, restituire“, il tema del riposo e della cura prende un ruolo centrale in questa quinta edizione, in particolar modo per chi ha non ha mai avuto il privilegio di riposarsi: “Ricordo che durante la pandemia una giornalista diceva che ci eravamo tutti fermati” racconta Nganso “In realtà alcune persone si sono fermate, e pensato che abbiamo reagito tutti insieme allo stesso modo. Le persone vittime di razzismo o di omolesbobitransfobia o in un sistema abilista non si sono mai davvero fermate. Il sistema, neanche durante la pandemia, ha fornito degli elementi adeguati per sentirsi sicuri. Nonostante la pandemia, noi non ci siamo mai fermati, è un riposo che non ci appartiene da generazioni. Ma con questo Festival scegliamo di dire: stop, noi ci fermiamo, e vogliamo dichiarare che anche noi dei momenti di pausa ce li possiamo godere“.
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Nell’arco delle tre giornate, il tema della cura e del riposo verrà affrontato da angoli diversi: dallo spettacolo teatrale “Ho Sognato il Mare” di Emmanuel Edson, dedicato alla cura dei rifugiati, sui luoghi e gli spazi messi a disposizione non sono mai equipaggiati nemmeno per le persone più fragili – come le donne incinta –a momenti di musica e spettacolo – come FestivalDiverCity SundayService: celebrazione musicale di Spiritualità, arte e riposo – seguiti da incontri d’approfondimento – come L’educazione all’oppressione: abilismo, razzismo laboratorio di affettività e percorsi di cura – in grado di coalizzare tutte le comunità che ogni giorno si battono per mantenere spazi di benessere e inclusione: “Siamo dell’idea che disegnare gli spazi, ci permette di rendere democratica la realtà” dice Talanti “Rendere la realtà accessibile alle esperienze di non conformità, che sia l’afrodiscendenza, o il background culturale, la religione, la disabilità o l’identità di genere.”. Centrale sarà la mostra “La cura degli Incivili”, dove affiancati da giovani artisti italiani e internazionali, Nganso e Talanti si sono interrogati sull’assenza di design e quali conseguenze comporta l’assenza di una progettualità, come nei centri d’accoglienza per migranti o i luoghi di cura. Ma Talanti specifica che anche la pratica sociale può essere design, e come ricoprire determinati ruoli all’interno della società contribuisce a cambiare la narrazione comune intorno alle persone marginalizzate: “Nel percorso delle persone afrodiscendenti, la nostra vita – ancor più in Italia – è un’antologia inedita, siamo spesso gli unici nella stanza o i primi a fare qualcosa. Occupare una professione che può sembrare irraggiungibile o far studiare i propri figli in un’istituzione d’eccellenza, vuol dire cambiare l’orizzonte come lo conosciamo, o meglio, come ce l’hanno fatto immaginare“.
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L’obiettivo del Festival DiverCity è di restituire alle persone uno spazio dove essere pienamente sé stesse, dove ritrovare l’energia giusta per prendersi cura di sé e riposare la mente. Ancor più, è un’occasione per sovvertire la narrazione comune, e restituire un nuovo sguardo, a partire dall’esperienza personale dei due fondatori: “La definizione dell’amore nel nostro paese può essere rappresentata anche da un’immagine sovversiva, come due uomini neri che si amano” spiega Talanti “Due soggettività che di solito vengono raccontate attraverso il crimine e la violenza, qui invece esistono all’interno di una dimensione fatta di fatica, compromesso, e confronto perpetuo, ci permette di lasciare un testimone. Creare un’antologia e un nuovo vocabolario, per raccontare cosa vuol dire essere un medico nero o un manager d’impresa nero, e farlo tenendoci per mano.”
Potete registrarvi a tutti gli eventi del Festival DiverCity 2022 a questo link qui.
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