Filippo Timi – da poco tornato sugli schermi insieme a Francesco Scianna con “Il Filo Invisibile” – si è raccontato a cuore aperto.
In una recente intervista per il Corriere della Sera, uno degli attori più amati e talentuosi degli ultimi anni, ha aperto una finestra sulla sua infanzia ribelle e irrequieta: “A 15 anni, poiché non giocavo a calcio, mi dicevano fr*cio” racconta Timi “Perché mi mettete un’etichetta, perché lo usate come insulto mi chiedevo: ma soprattutto perché non ho avuto il coraggio di dire di sì?”.
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L’attore parla di un “adolescente introverso” che ancora prima del grande amore per il teatro, sognava di essere ballerino: “Il ballo era l’attività che mi toglieva, di peso, dalle mie chiusure. Ogni volta che alla televisione compariva un film con Fred Astaire mi illuminavo, e i piedi sotto il tavolo cominciavano da soli a ballettare“. Lo iscrivono a scuola di danza facendogli fare “il gattino”, ma lui a sei anni vorrebbe già calcare i palchi di Broadway. Dopo la danza, arriva il pattinaggio a rotelle: “Ero forte, ho fatto gare, questo spiega le mie cosce importanti.” Timi definisce la sua gioventù “un periodo non facile, anzi, decisamente nero“, con una personalità troppo vivace e sopra le righe per conformarsi ai rigidi schemi della società. Come quando si presentò all’esame di Filosofia indossando tuniche femminili e ombretto blu: “Il professore è il rettore della facoltà: all’inizio fa finta di niente, ma quando a domanda mi ostino a rispondere con domanda –d’altronde è il metodo socratico – mi caccia”.
Ma per lui recitare diventa un percorso “dove lasciare la comfort zone e rappresentare altro”, permettendogli di accendere la creatività e lasciare andare le insicurezze di tutti i giorni: “È l’unica arte che non lascia traccia di sé se non qui e ora” racconta “Tornare a teatro dopo la pandemia è stato come rifare l’amore dopo due anni“. Ma se un tempo il teatro era l’unica ragione di vita, adesso Timi sta imparando ad affrontare il lavoro in modo meno disperato, lasciando spazio anche per il resto e amarsi un po’ di più: “Sono innamorato di me stesso” risponde “Prima amavo solo il lavoro, ora provo a dare un senso a tutto. Mi sacrificavo: non mangiavo, non dormivo. Sto davvero cercando di volermi un po’ più bene.”
Dalle pagine de Il Fatto Quotidiano, Filippo ha invece svelato di aver divorziato dal regista Sebastiano Mauri, sposato nel 2017 a New York.
L’intervista integrale di Gaia Piccardi a Filippo Timi sul Corriere della Sera >
Foto dall’account Instagram di Filippo Timi.
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