Sabato 11 giugno tornerà il Pride di Genova, preceduto per nove giorni di festival dei diritti nel cuore del centro storico della città da sabato 4 giugno. Una Liguria che rilancerà l’Onda Pride 2022 dopo quel Sanremo Pride che il 9 aprile scorso ha (ri)dato il via alle sfilate rainbow del Bel Paese.
Per l’occasione, lo scorso 17 maggio il Coordinamento Liguria Rainbow ha inaugurato la salita arcobaleno, nuovo varco di accesso allo spazio dei Giardini Luzzati, dove si terrà la Pride week. “Una città colorata è una città più vivibile e accogliente“, hanno sottolineato gli organizzatori, aiutati nella sua realizzazione da un piccolo grande gruppo di persone di tutte le età (per la precisione dai 3 ai 70 anni) con rulli e pennelli, trasformando un pezzo di centro storico.
All’interno dei Giardini Luzzati, dal 4 al 12 giugno, si terranno ben 137 eventi/attività tra mostre, spettacoli, giochi e concerti, aperti a tutta la cittadinanza. L’11 giugno il Pride cittadino, in concomitanza con i Pride di Bergamo e Roma, per replicare anche a quanto accaduto il 23 maggio, quando l’ingresso di Arcigay Genova, nel quartiere del Lagaccio, è stato imbrattato di feci.
“Un gesto vile e meschino che potrebbe essere letto come minaccia, e per questo va attenzionato, specialmente in un periodo storico in cui argomenti omofobi sono utilizzati da leader di partito e capi di governo per giustificare restrizioni dei diritti civili e addirittura la guerra. La merda come mezzo di comunicazione. Parliamone!“, hanno tuonato dal Coordinamento Liguria Rainbow. “Temiamo ben altra merda! Temiamo la merda dell’odio in rete, delle fake news e delle semplificazioni cavalcate da politici imbonitori. Temiamo la crociata anti gender, basta guardare alla recente manifestazione di ProVita (Roma, sabato 21 maggio 2022) contro l’aborto e alle proposte di legge di Salvini contro la GPA e le famiglie arcobaleno. Temiamo che venga messo uno stop ai movimenti per il cambiamento, privando la maggioranza di donne uomini e persone di qualsiasi identità di genere, di avere diritto ad un futuro più equo e giusto. Se questo atto può avere un senso, che sia nella direzione del maggior confronto, nella solidarietà e nella voglia di impegnarsi di più collettivamente. Dal letame nascono i fior…”.
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