26enne campione di nuoto sincronizzato azzurro, Giorgio Minisini ha sbancato gli Europei di Roma del mese scorso vincendo 4 ori, da aggiungere ai due ori mondiali vinti a Budapest. In attesa che il sogno olimpico diventi realtà, Minisini è stato ospite di Serena Bortone a Oggi è Un Altro Giorno, ribadendo con orgoglio l’amore per uno sport che fino a pochi anni fa non contemplava gli uomini. Con tutte le conseguenze del caso.
“Non è stato semplice perché non era una cosa che veniva fatta tradizionalmente da ragazzi”, ha precisato Giorgio, dichiaratamente eterosessuale. “Però quando ho iniziato insieme a me c’era mio fratello, c’era mio cugino e altri quattro ragazzi. Per me erano strane tutte le altre società che non avevano maschi in squadra. Poi dopo sono rimasto solo anche nella mia squadra e ho capito che venivo visto come strano, dagli altri. Il fatto di aver visto trionfare un uomo anni fa negli USA mi ha fatto pensare che prima o poi anche io avrei potuto vivere quell’esperienza. Perché se lui c’era riuscito allora anche io potevo farcela”.
Ribattezzato “sincronetto” dalla stampa nazionale, Minisini ha dovuto mandar giù tante, troppe chiacchiere. “Cosa mi dicevano? Quando fai uno sport con tante ragazze, così come un ballerino o neòla ginnastica artistica, le persone ti mettono etichette. La gente associa quello sport al tuo orientamento e al tuo modo di essere. Quando ero piccolo essere gay era considerata una cosa negativa, ovviamente non è così, ma prima c’era un doppio pregiudizio. Anche se ho sempre pensato che certi pregiudizi rispecchiavano più il pensiero di chi parlava rispetto a me. Darmi del gay non mi offendeva, ma loro ci mettevano malizia. Per molto tempo ho cercato di dimostrare quello che ero“.
Ovvero un campione, per quanto la morbosa curiosità nei confronti dell’orientamento sessuale di Minisini è proseguita. “Le persone avevano sempre il dubbio che fossi gay. Ho avuto una famiglia splendida e aperta e lo stesso vale per la squadra. In entrambi i contesti mi hanno sempre detto che se fossi stato gay non ci sarebbero stati problemi. Questo mi permetteva di superare i giudizi delle persone. I pregiudizi dicono tutto di chi ti punta il dito e nulla di te. Negli anni ho ritrovato qualcuno di quelli che mi deridevano. Mi hanno fatto i complimenti e io sono stato felice”.
Per ora i nuotatori sincronizzati non prenderanno parte alle Olimpiadi di Parigi 2024. Si spera in Los Angeles 2028.
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