«Gay di merda, dimettiti o facciamo del male a te e alla tua famiglia».
Una minaccia choc corredata da due proiettili, quella arrivata venerdì scorso a Giorgio Zinno, primo cittadino di San Giorgio a Cremano. A riportare la notizia il sito il24.it, con il sindaco che ha immediatamente denunciato l’accaduto ai carabinieri.
«Non mi faccio certo impaurire da questa minaccia, di qualunque tipo sia», ha fatto sapere Zinno, unito civilmente dal 2016 all’amato Michele Ferrante. Ad officiare la cerimonia, all’epoca, la senatrice Pd Monica Cirinnà, che ha così espresso la propria vicinanz al primo cittadino: “L’unione civile tra Giorgio Zinno e suo marito Michele è stata la prima che ho celebrato. Giorgio è stato il primo sindaco gay in Italia ad essersi unito in una unione civile. Giorgio ha vinto le elezioni dichiarando apertamente di essere omosessuale, di sinistra, di volersi impegnare per il suo paese, San Giorgio a Cremano. La sua vittoria è la prova che la libertà, il coraggio e la dignità sono elementi determinanti anche per potere amministrare e governare. Giorgio è stato minacciato volgarmente con una lettera e dei proiettili magnum. Da Pompei, dove oggi partecipo al Pride, voglio mandare la mia solidarietà e la mia vicinanza anche a nome del Pd. Oggi mi aspettiamo qui, per dargli ancora più forza e coraggio”.
Immediata la presa di posizione anche da parte del Partito Democratico: “Siamo vicini a Zinno ed alla sua famiglia e condanniamo duramente questo vile atto intimidatorio, gravemente e tristemente in linea con il vento della intolleranza e della sopraffazione che spira su questo Paese da troppo tempo. Augurandoci si riesca rapidamente a chiarire ogni aspetto di questa incresciosa vicenda individuandone i responsabili, siamo certi che quanto verificatosi non impedirà a Giorgio di continuare la sua attività. Al sindaco massimo sostegno da parte di tutto il Pd metropolitano di Napoli“.
Un fine settimana terrificante, quello che stiamo vivendo nel Bel Paese, con minacce omofobe piovute da ogni parte d’Italia. Da Milano un 17enne gay bullizzato dal professore, dalla Campania un’unione civile macchiata da indegni insulti, da Viareggio minacce omofobe e xenofobe. Non una parola, al momento, dal Governo.
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