Per celebrare e dare più spazio alle voci nere all’interno della comunità queer, nel 2020 la GBGMC – Global Black Gay Men Connect – ha dato vita al Global Black Pride. Le due edizioni che si sono tenute, l’ultima il 18 giugno 2021, hanno attirato milioni di partecipanti. Celebrazioni ma anche conferenze e dibattiti sulla situazione delle persone LGBTQ+ nere.
Finora l’evento è stato virtuale, ma gli organizzatori hanno annunciato che nel 2022 il Global Black Pride si terrà per la prima volta in presenza. Il team che guida l’evento è emblema della diversità e dell’inclusione, formato da persone provenienti da tutti i continenti: Rikki Nathanson, Kenita Placide, Gerald Garth e Monroe France con l’appoggio di Phyll Opoku-Gyimah, co-fondatore del Black Pride nel Regno Unito. Il presidente Micheal Ighodaro ha così parlato dell’importante evento:
«Global Black Pride è stato fondato per fornire uno spazio a tutte le comunità LGBTQI+ nere di tutto il mondo, per sentirsi viste e ascoltate mentre festeggiamo e centriamo le nostre diversità»
«Negli ultimi mesi, il nostro team ha iniziato a costruire le strutture e le strategie che ci aiuteranno a plasmare e sostenere i compiti prefissati. Con questo, siamo impegnati in un movimento inclusivo e di ampia portata che porta tutte le esperienze LGBTQI+ nere e l’equità in prima linea senza rimorsi», ha aggiunto.
Il tema di quest’anno è stato “What About Us”, per sottolineare la delusione e la frustrazione per come la comunità nera queer viene troppo spesso lasciata indietro o dimenticata. In un’azione globale che coinvolge tutte le organizzazioni del pianeta, l’obiettivo è celebrare, affermare e connettere un’intera realtà che il più delle volte rimane senza voce.
«L’obiettivo finale del Global Black Pride è inquadrare, elevare e celebrare le persone nera LGBTQI+ e le culture e le questioni che sono importanti per tutti noi. In tutto il mondo, le persone LGBTQI+ nere aiutano a guidare i movimenti per la giustizia e l’uguaglianza, hanno un impatto smisurato sulla cultura popolare e contribuiscono alle società in cui le nostre esperienze vissute non sono prese in considerazione»
Queste le parole di Phyll Opoku-Gyimah, attivista da anni impegnato contro la discriminazione e favore dei diritti della comunità queer nera in Inghilterra, tra i primi Paesi al mondo ad avere un Black Pride.
Nelle prossime settimane verranno annunciati ufficialmente i luoghi e le date del Global Black Pride, che prevedrà festival, sfilate e altri eventi culturali, oltre alla sua conferenza sui diritti umani. L’organizzazione creerà anche un fondo comune per permettere alle persone di tutto il mondo di partecipare, qualora le situazioni economiche non dovessero permetterlo, perché nessuno rischi di perdere la possibilità di celebrare questo dovuto riconoscimento.
Anche in Italia la tematica sta assumendo sempre maggiore rilevanza: in occasione del Black History Month dello scorso Ottobre, Gay.it ha rilasciato un documentario sulla comunità black queer milanese della Gen-Z.