Il 9 Giugno del 1990 usciva Paris is Burning, documentario dedicato alla scena ballroom newyorkese anni 70-80, che non solo dava voce e spazio alle storie di più persone queer marginalizzate dalla società, ma diventava oggetto di culto e riferimento per l’intera comunità LGBTQIA+ ancora oggi.
Per celebrare 23 anni dall’uscita del film, Google dedica il suo doodle a Willi Ninja, ballerino e coreografo statunitense che negli anni Ottanta ha rivoluzionato il mondo della danza, e considerato padrino del voguing.
Il video – illustrato da Rob Gilliam e curato da Xander Opiyo, con musiche di Vivacious – vede protagonisti attuali membri della House of Ninja come Archie Burnett Ninja, Javier Madrid Ninja, Kiki Ninja e Akiko Tokuoka, cioè KiT Ninja.
Come spiegavamo anche nella nostra intervista con La B Fujiko (puoi leggerla qui) mother della House of Ninja in Italia, il voguing non è un trend nato dall’oggi al domani su TikTok ma una danza dalla storia centenaria che porta con sé anni di lotte e rivendicazioni. Nelle parole dello stesso Willi Ninja: “una celebrazione di resilienza, sopravvivenza, e amore per sé stessə. Un safe space dove poter essere la nostra versione più autentica”.
Nato nel Queens del 1961 e cresciuto nei ritrovi queer di Christopher Street Pier e Washington Square Park, a soli vent’anni William Roscoe Leake re-nventò lo stile voguing, elaborando una danza che univa pose e pantomima a geroglifici kimetici, il tip tap di Fred Astaire, ginnastica olimpica, e arti marziali.
Nel 1982 insieme a Sandy Appolonia, Willi fonda The Iconic House of Ninja, che – a differenza di molte altre ball composte prevalentemente da persone afroamericane o latine – include anche persone bianche e diventa luogo di ritrovo per sensibilizzare la comunità alla prevenzione da AIDS/HIV, cercando di smantellarne lo stigma sociale imperante dell’epoca.
Nel 1989 Willi Ninja non solo porta l’arte del voguing nella cultura mainstream, ma collabora Janet Jackson, Madonna, Malcolm McLaren, e Masters at Work, sfila per Jean-Paul Gaultier, Malcolm McLaren, Chanel, Thierry Mugler, e Karl Lagerfield.
Muore il 2 Settembre del 2006 di AIDS, lasciando al mondo un’eredità immortale.
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