Google ha realizzato un nuovo glossario LGBT+ che mira ad educare il pubblico e i media sul linguaggio da utilizzare nei confronti della comunità LGBT+, raccontandola in tutti i suoi aspetti. Tutto particolarmente apprezzabile, se non fosse che all’interno del glossario in questione Google abbia poi clamorosamente cancellato la bisessualità.
Il glossario di 100 parole utilizza Google Trends per monitorare la popolarità di alcuni termini LGBT+ ed è stato creato con linguisti dichiaratamente queer con tanto di dottorato di ricerca. Secondo il comunicato diffuso da Google: “È un modo per comprendere la comunità LGBTQ+ e, si spera, trasformare il modo in cui i giornalisti – e tutti noi – scrivono e parlano delle persone LGBTQ+”. Lodevole l’obiettivo, assai meno il risultato finale.
Pur essendo nell’acronimo utilizzato in tutto il progetto, la parola “bisessuale” è stata completamente infatti omessa dal glossario, così come “pansessuale” e “two spirit” (nativi americani che sentono di non avere né uno spirito maschile né uno femminile) . Nel glossario, invece, trovano spazio termini come “sodomia”, “f*g hag” e “no fats, no femmes, no Asians”. In tanti hanno polemizzato con Google, chiedendo un immediato aggiornamento del glossario appena pubblicato.
Se il popolare motore di ricerca non ha ancora proferito parola in merito, VideoOut, che ha lavorato al progetto, ha così replicato ai reclami social: “In verità abbiamo tralasciato molte parole, alcune intenzionalmente perché il progetto è stato concepito per consistere in soli 100 termini al momento del lancio, ma alcune di queste involontariamente come “bisessuale”. Stiamo lavorando attivamente con il nostro team e i nostri partner per correggere questo problema. Detestiamo che tu abbia dedicato del tempo a consultare il glossario e ti sia sentito escluso. È esattamente l’emozione opposta che vogliamo suscitare con il nostro glossario. Apprezziamo tutte le risposte, positive e negative, che portano questa risorsa a diventare sempre migliore!”.
Anche Dominique Canning, uno dei quattro linguisti queer coinvolti nel progetto, è intervenuto: “Noi (i linguisti) non abbiamo avuto molto a che fare con l’elenco di parole originale, anche se non includere le persone bi+ è stata sicuramente un’enorme svista. Da quel che ho capito questa non vuole essere la versione finale del glossario e ne verranno aggiunte altre. Questo non vuole essere un elenco esaustivo. Anche con i limiti di tempo che abbiamo avuto, tuttavia, spettava a noi spingere di più per includere alcuni termini sin dall’inizio“.
Ad oggi, a sette giorni dalla pubblicazione del glossario, la ‘svista’ non è stata ancora riparata.
Today, in partnership with @Video_Out, @MensHealthMag & @Polygraphing we are launching the LGBTQIA+ Language and Media Literacy Program, an interactive data viz detailing the origin, evolution, and current usage of LGBTQ+ terminology. https://t.co/HhBurfP3wa pic.twitter.com/tVheAJGsc8
— Google News Initiative (@GoogleNewsInit) November 19, 2021
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