In occasione della Giornata Internazionale del Coming Out, abbiamo provato a denudare il concetto del “venir fuori” dalle connotazioni strettamente collegate all’orientamento affettivo e/o all’identità di genere.
Sì, perché quel coming out che un tempo veniva inteso soprattutto come gesto di affermazione delle persone LGBTIA+, oggi è ormai un atto di libertà di chiunque voglia affermare sé stessə o una parte di sé fino ad allora nascosta.
Coming out: uscire fuori. Ma uscire fuori da cosa?
Dall’armadio con i vestiti che vuoi tu.
Dalla vergogna con i pronomi che preferisci.
Dalla confusione con il termine che ti schiarisce le idee.
Troverai le parole giuste e lo dirai ad alta voce alla cena di famiglia.
O forse non ci sarà niente da dire, salterai la cena, e andrai a ballare.
Sarà un evento con i riflettori puntati o non fregherà niente a nessuno, tantomeno a te.
Uscirai fuori e penserai di aver capito tutto, o non smetterai più di scoprirti, di spogliarti di una vecchia bugia, di portare chi sei, a spasso per luoghi che non avresti immaginato possibili.
Uscirai fuori e sarà terrificante, confortevole, banale e tenero.
In qualunque modo uscirai, questa libertà sarà tutta tua.
Falla uscire quando vuoi.
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