Gli attivisti e la comunità LGBT dell’Indonesia hanno trovato un modo di eludere il mare magnum di odio omofobo e transfobico eleggendo la Miss Waria (la parola che sta per transgender in indonesiano) nella più totale segretezza.
Una manciata di giornalisti sono stati avvertiti all’ultimo sull’evento, che si è tenuto nella capitale Jakarta, per evitare possibili attacchi delle linee islamiche reazionarie e intransigenti presenti nel Paese. E per il rischio, molto alto, che accadesse qualcosa, gli organizzatori hanno chiesto di non postare alcun contenuto dall’evento sui social media prima della fine di quest’ultimo.
Qienabh Tappii è Miss Waria Indonesia 2016: ha vinto tra più di 30 partecipanti e rappresenterà la nazione al concorso internazionale che si terrà in Tailandia l’anno prossimo. “Oggi è l’inizio della mia battaglia per i diritti come waria“, spiega Qienabh, bellissima e altissima. “Voglio che veniamo accettate, apprezzate e capite, e voglio che veniamo considerato uguali agli altri indonesiani. Lavorerò sodo per raggiungere questo risultato. Sono molto felice, credo di voler piangere“.
L’Indonesia è il paese con la più alta percentuale di popolazione musulmana al mondo. Nonostante la tipologia praticata sia in maggioranza moderata, negli ultimi mesi sembra assistere a una vera e propria ondata omofoba, ai danni della comunità LGBT locale, che spesso non dipende dalla religione ma dalla presenza di politici conservatori e reazionari. La ministra degli affari sociali indonesiana Khofifah Indar Parawansa ad esempio, ha recentemente sollevato polemiche in seguito alle sue fortissime dichiarazioni omofobe, affermando che le porte dei dormitori universitari dovrebbero essere rimosse per evitare “rapporti omosessuali e prematrimoniali tra gli studenti“.
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