L’attrice inglese Jade Anouka, ha denunciato tramite il The Guardian di essere stata messa da parte per un ruolo nella TV britannica a causa della sua gravidanza.
L’artista ha esordito nel 2007 nell’adattamento teatrale del romanzo “Il canto di Penelope” della scrittrice canadese Margaret Atwood. Nel corso degli anni ha partecipato a diverse serie TV e film, come His Dark Materials e Turn Up Charlie.
In quanto attrice nera e queer, Anouka fa notare come l’industria dell’intrattenimento sia colma di discriminazioni e continui ad essere fortemente elitaria, pur essendo – almeno in apparenza – sempre in prima linea sui temi della diversità e dell’inclusività.
“Faccio questo mestiere da 14 anni: so quanto spesso gli attori si sentono insignificanti, sostituibili, siamo solo uno in una lunga catena di produzione. Col tempo mi è cresciuta una corazza: devi sopravvivere mentalmente“
All’interno di tale sistema, anche le donne in gravidanza riscontrano enormi problemi.
“Di recente mi è stato offerto un ruolo televisivo […] ed ero elettrizzata. Ero incinta al momento del casting, ma sapevo che questo non avrebbe rappresentato alcuna problema per la produzione: il personaggio trascorre la maggior parte del tempo seduto. Il mio essere incinta non comprometteva il ruolo, soprattutto perché si sarebbe svolto nel giro di pochi giorni”.
Dopo aver annunciato la sua gravidanza, l’attrice è stata contattata dalla casa di produzione per annullare il contratto. Una delle motivazioni è stato l’elevato compenso dovuto al mantenimento del neonato nel mesi in cui la madre non avrebbe potuto lavorare. La responsabilità di tale decisione spetta alla compagnia assicurativa che non ha voluto ricoprire le spese dovute all’attrice.
Anouka si dice sconvolta e arrabbiata. Negli ultimi anni, sono molte le donne ad aver denunciato situazioni simili. Molte artiste hanno perso il lavoro dopo l’annuncio della propria gravidanza.
“Per quelli di noi che hanno sperimentato questa discriminazione, le soluzioni sono poche. […] Vuoi poter lavorare di nuovo ma sappiamo tutti quanto sia facile essere messi da parte, soprattutto se sei una donna e soprattutto se sei di colore. Ma non posso restare in silenzio. Il settore può e deve cambiare. Le compagnie di assicurazione stanno esercitando un controllo eccessivo sul processo di casting. Registi e produttori sembrano incapaci di respingerle. […] la nostra industria continuerà a perdere artisti; quanto talento ferito, malconcio e perso per sempre”.
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