Era attesa per ieri, la sentenza dell’Alta Corte del Kenya sulla depenalizzazione dell’omosessualità in tutto il Paese, ma i giudici hanno deciso di rinviare ogni decisione.
La sentenza è così slittata di due mesi, fino al 24 maggio. Amara la reazione da parte della Commissione Nazionale per i Diritti Umani (NGLHRC): “Dire che siamo delusi sarebbe un eufemismo.” Halima Gikandi, giornalista, ha sottolineato come questa decisione non rientri purtroppo tra le “priorità” della Corte. Téa Braun, direttrice di Human Dignity Trust, ha dichiarato: “Questo è tremendamente deludente, in particolare per gli attivisti e i tenaci avvocati che hanno lavorato per anni aspettando questo momento”. “Tuttavia, dobbiamo riporre la nostra fiducia nel sistema giudiziario keniota. Questo è un caso cruciale, e alla fine la cosa più importante sarà un giudizio ragionevole, che libererà i kenyani LGBT dalla discriminazione e dalla persecuzione”.
L’omosessualità è attualmente illegale in Kenya, con le condanne che possono arrivare fino a 14 anni di carcere. Il caso è stato portato all’Alta corte del Kenya nel gennaio del 2018, dopo che due uomini sorpresi a fare sesso a Mombasa vennero costretti a subire mostruosi esami anali.
Le associazioni LGBT chiedono che le Sezioni 162 e 165 del codice penale siano finalmente abrogate, in quanto discriminatorie e incostituzionali.
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