Peter Workerball, 35 anni, è un grafico e sviluppatore web che vive a Graz in Austria dove lavora anche come volontario per le organizzazioni LGBT StopAIDS e RosaLila PantherInnen . Il fetish per l’abbigliamento da lavoro è la sua passione.
“In abiti da lavoro sei duro, ti è permesso essere sporco e ruttare. Non importa se non ti lavi i pantaloni per una settimana e puzzi di sudore nel container della squadra di lavoro.”
Le foto di Peter sono decisamente “diverse”, non c’è nessuna pornostar muscolosa e ben disegnata in pose da modello, si sofferma invece sui vestiti sporchi, sulla polvere che si stacca letteralmente quando li scuoti e sugli stivali di gomma con residui di cemento.
Conosciamolo meglio.
Come è nato il tuo progetto fotografico?
Ho iniziato molto presto a fotografare operai edili e artigiani che incontravo casualmente. Probabilmente ero un voyeur e mi sono davvero divertito a farlo. Intorno al 2010 ho iniziato a pubblicare sul mio account flickr le foto e a sviluppare il progetto ulteriormente.
Inizialmente io non comparivo mai nelle foto perché ero troppo timido con i miei 70 kg, ma ad un certo punto, protetto dagli abiti da lavoro, ho iniziato a visitare i cantieri e a fotografarmi. Il divieto di entrare in un cantiere, indossare i vestiti sporchi da manovale è stato un grande inizio e incentivo per me.
Alcune mie immagini danno un’impressione ruvida e intensa che può essere definita iper-realtà, gli oggetti sono ripresi in modo fotorealistico ed esasperano la realtà. Successivamente mi sono reso conto che questo tipo di fotografia fetish non esisteva o non era ancora molto diffusa. Oggi, rappresentazioni così intense sono utilizzate anche nella pubblicità come quella delle imprese di costruzione.
Come scegli i soggetti da ritrarre?
Dipende, spesso cammino per le strade e guardo i cantieri. Se trovo dei ragazzi particolarmente interessanti,
inizia il servizio fotografico “spontaneo”. Il più delle volte guardo anche “l’involucro” di un cantiere e ne fotografo l’architettura, e spesso me stesso al suo interno.
Spiegaci meglio il tuo fetish.
Il mio fetish principale sono gli abiti da lavoro: salopette, tute, indumenti ad alta visibilità e molto altro ancora.
Mi piacciono i vestiti che hanno qualche macchia e che trasudano virilità.
Io li indosso nella vita di tutti i giorni, certo cerco di indossare pantaloni da lavoro piuttosto discreti e poco appariscenti. Gli ultimi jeans normali che ho comprato 5 anni fa si sono rotti dopo 1 settimana. Ho pensato tra me e me che questo potesse essere un segno che è meglio indossare ciò che voglio veramente.
Hai un sogno segreto sul tuo fetish da condividere con noi?
La lista dei miei sogni è lunga, uno sarebbe quello di essere tenuto come schiavo per alcuni giorni in un’impresa edile o in uno stabilimento di artigiani. Io starei rinchiuso, in abbigliamento da lavoro sporco e non mi sarebbe permesso cambiarmi per giorni. Rimarrei in ogni momento al servizio del mio supervisore e collega.
Quanto è popolare questo genere di fetish nella comunità gay?
In passato, feticci come pelle, gomma e fantasie militari hanno dominato la scena. Gli abiti da lavoro erano più un fenomeno periferico.
Negli ultimi anni le cose sono cambiate, oggi barba, muscoli e sudore sono più importanti rispetto a 10-20 anni fa.
gli abiti da lavoro sono differenti: Engelbert Strauß è molto popolare in Germania e Austria, un mio amico lo chiama “Prada per i lavoratori”, ha ragione, gli uomini sembrano veramente sexy con indosso quegli abiti.
Nella scena vedo due estremi opposti per questo tipo di fetish: da un lato i ragazzi che preferiscono abiti puliti e carini ad alta visibilità; d’altra parte, ci sono i tipi di lavoratori sporchi a cui piace che le cose siano davvero disordinate e si coprano di sporcizia del cantiere, fango e piscio. Entrambi hanno il diritto di esistere
e in ogni caso sono fantastici in modi diversi….
https://www.instagram.com/workerball/
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