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L’outing del direttore di Avvenire. Pubblicato il documento

Dopo che Vittorio Feltri ha fatto l’outing del collega di Avvenire, pubblica un documento che infittisce il mistero e alza un polverone che supera addirittura il colonnato di San Pietro.

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Si fa più grosso il polverone sull’omosessualità del direttore di Avvenire Dino Boffo. Dopo aver fatto l’ outing del collega, infatti, Vittorio Feltri non c’è stato a farsi dare del "pataccaro", ed ecco pubblicato il documento dal quale lo stesso direttore de Il Giornale ha preso le informazioni per accusare Boffo di predicare bene (contro Silvio Berlusconi per il caso di Noemi e delle veline) e di razzolare male (in quanto omosessuale condannato per una vicenda del 2002).

Due pagine in tutto, ma che se confermate – ma sulla veridicità del documento al momento giura solo Feltri – sarebbero capaci di sollevare un polverone senza precedenti anche e non solo Oltretevere. Nella prima pagina si parla di un’ammenda di 516 euro pagata da Boffo nel 2004, dopo aver patteggiato un’accusa per molestie sessuali. Nella seconda pagina le spiegazione: Boffo avrebbe molestato una donna perché lasciasse il marito col quale lo stesso Boffo avrebbe avuto una relazione. "Ho pagato per proteggere un ragazzo tossicodipendente, poi morto di overdose, che usava il mio telefono per molestare quella donna", è stata la difesa di Boffo.

Ma più lo si legge e più quel documento sembra coperto da misteri. Le pagine, indirizzate ad una non meglio precisata "Sua eccellenza", sembrerebbero scritte come risposta ad una richiesta di informativa. Da chi e per conto di chi non si sa. Per questo Boffo può dire con una certa tranquillità che quel documento è "una patacca". E del resto Vittorio Feltri tiene all’anonimato delle sue fonti.

Sono implicati i servizi segreti? La richiesta è di un’autorità politica? Il documento è stato scritto per i vertici delle forze dell’ordine? La frase che tira in ballo la Polizia è infatti piuttosto inquietante: "Il Boffo è un noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni e gode indubbiamente di alte protezioni, correità e coperture in sede ecclesistica". Davvero la Polizia scheda le persone omosessuali? E perché? A smentire quest’ultima accusa, questa volta ci ha pensato il capo stesso della Polizia, Antonio Manganelli, che ha negato ogni schedatura che riguardasse l’orientamento sessuale di qualsiasi cittadino.

Le ultime righe, infine, tirano in ballo alti prelati: anch’essi a conoscenza del reato patteggiato da Boffo. Si tratta dei cardinali Camillo Ruini, Dionigi Tettamanzi, e Monsignor Giuseppe Betori.

"I servizi non c’entrano", ha detto il capo del Copasir Francesco Rutelli. "Una patacca", ribadisce l’interessato. "Tutto vero", insiste Vittorio Feltri, direttore de Il Giornale, dipendente di Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, Presidente del Consiglio.

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