Nella notte tra il 10 e l’11 Giugno 2022, Cloe Bianco si toglieva la vita in una valle delle Dolomiti, tra Auronzo e Misurina.
Era un’ex insegnante di laboratorio dell’istituto Scarpa di San Donà di Piave, e una donna trans di 58 anni discriminata e allontanata dall’insegnamento, relegata alle segreterie scolastiche dopo essersi presentata in aula in abiti femminili e per aver intrapreso il percorso di transizione.
“Oggi la mia libera morte, così termina tutto ciò che mi riguarda“ scriveva il suo ultimo post: “Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica… Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto”.
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Sul suo blog Cloe Bianco raccontava la sua solitudine, l’esilio dal posto di lavoro senza alcuna tutela o l’assistenza di un sindacato, perché incarnava “ciò che non si deve essere, con le fin troppo ovvie conseguenze di rifiuto date dalle scelte ritenute, dalle altrui persone, scandalose, inaccettabili, non condivisibili“.
Questa domenica 18 Giugno, in Piazza a San Donà di Piave alle ore 16, ci ricordano che la rabbia di Cloe brucia ancora e che se toccano un3 toccano tutt3. Come scrive un post ufficiale: “Siamo trans, esistiamo, abitiamo le metropoli ma anche le province, lavoriamo nelle fabbriche, nelle strade e anche nelle scuole, studiamo nel sistema di istruzione di questo paese e non siamo più dispost* a nasconderci”.
In collaborazione co la rete di associazioni collettivi e attivist* LGBTQIAP+, Stati Genderali, è una manifestazione che parte dal basso (“organizzata da persone trans, non binarie, e solidali”) con l’obiettivo di rompere il silenzio e abbattere quel muro di violenza sistemica che le persone transgender incontrano in ogni contesto pubblico, completamente normalizzata e alimentata dal nostro governo, tra fantomatiche teorie gender e totale disinformazione (a partire dall’assessora all’istruzione Elena Donazzan –attualmente con l’incarico delle pari opportunità – che continuò a insultare e denigrare il nome di Cloe Bianco, chiamandola con pronomi maschili anche dopo la morte.)
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Si scende in piazza per ricordare le parole di Cloe (si leggeranno alcuni suoi scritti) e reclamare a gran voce il rispetto e la dignità che anche le istituzioni scolastiche continuano a negare: dalla carriera alias per tutto il personale della scuola e studentesco (con la possibilità di essere chiamat* e conosciut* con il proprio nome e genere di elezione senza necessità di certificati o procedure giudiziarie) alla costante valutazione e competizione “che erode il benessere e la possibilità di relazione per tutt* ma specialmente per chi in un modo o nell’altro è individuat* come “diverso”.”
“Abbiamo scelto di scendere in piazza nella provincia veneta perché vogliamo portare questa giornata nel luogo dove un’insegnante trans è stata stigmatizzata e discriminata a tal punto da far implodere la rabbia“ scrivono gli Stati Genderali, concludendo “Attenzione: se arriviamo a San Donà di Piave possiamo arrivare ovunque. E ci arriveremo insieme!”
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