Sono stati annunciati i vincitori del trentaseiesimo Lovers Film Festival, con Swan Song di Todd Philips vincitore del premio più ambito, l’Ottavio Mai, per una somma di 1000 euro. Giurati 4 studenti dell’Università degli Studi di Torino (Jessica Tripodi, Davide Tiberga, Michelangelo Morello, Yulia Neproshina), presieduti e coordinati da Costantino della Gherardesca. Questa la motivazione.
Nel film l’attore di culto Udo Kier, 76 anni, porta quello che potrebbe essere un vero e proprio canto del cigno sullo schermo grazie ad una performance spettacolare che regge tutto il film. Il regista Todd Stephens affronta il tema sociale estremamente attuale della solitudine ma soprattutto il tema della memoria. Udo Kier interpreta Pat Pitsenberg, un anziano parrucchiere gay della provincia americana che rappresenta e ricorda la vita e le condizioni sociali delle persone lgbt dagli anni 60 gli anni 90. Il Film ci ricorda il coraggio delle persone LGBT in anni in cui erano costrette a prendere in mano il proprio destino ed imporre la propria identità senza attendere permessi o riconoscimenti. Il Film sottolinea la normalizzazione del mondo lgbt negli Stati Uniti contrapponendo il presente ad anni del XX secolo in cui essere gay comportava inevitabili compromessi ma anche uno stile di vita contro-culturale e libertino.
Menzione Speciale a Dramarama di Jonathan Wysecki, perché il “film affronta il tema del coming out in un ambiente americano cristiano degli anni ‘90, con una sceneggiatura profonda e quasi teatrale e una recitazione di ensemble ben riuscita nonostante la giovane età degli attori”.
A vincere la sezione documentari Real Lovers, 4 studenti dell’Università degli Studi di Torino (Matteo Masi, Cristian Cerutti, Giulia Seccia, Chiara Iurlaro) presieduti e coordinati da Adele Tulli, il premio offerto da Ucca Aps, Arci Torino e Altera di 500 euro è andato a Limiar di Coraci Ruiz. Questa la motivazione.
Attraverso un racconto intergenerazionale, la regista si confronta con il percorso di transizione del figlio, riuscendo a far emergere con grande delicatezza un dialogo profondo sulle dimensioni personali e politiche legate all’identità di genere. Documentando anche l’evoluzione del pensiero e delle lotte femministe in Brasile, il film risulta essere un’opera profondamente intimista che ci comunica il messaggio urgente della concezione fluida di un genere che scardina le sue soglie tradizionali.
Menzione speciale a Socks on Fire di Bo McGuire, che “racconta in pieno stile queer la discriminazione nel profondo sud degli Stati Uniti, il film riesce a trattare l’omofobia come vera e propria forma d’orrore. L’ibridazione tra realtà e finzione serve a ricercare le radici dell’odio, per affrontarlo e dargli fuoco“.
La giuria cortometraggi, ovvero 4 studenti della Scuola Holden di Torino (Matteo Di Lizia, Giulio Arras, Cecilia Bardini, Irene Filippi) presieduti e coordinati da Francesco Foschini, hanno assegnato il premio di 300 euro sostenuto da Sicurezza & Lavoro a Snake di Andrey Volkashi, “per la preziosa ricerca d’archivio. Per la sensibilità e lo sguardo del regista che consegna la sua coscienza poetica al pubblico, in un dialogo armonioso tra linguaggio visivo e sonoro”.
Menzione Sperciale a Dal giorno finché sera di Alessandro Gattuso. Il premio Torino Pride, deciso dai giurati Stefania Basso, Tosca Cellini, Gigi Malaroda, Angela Mazzoccoli e Giziana Vetrano, è stato assegnato al film giudicato più efficace nell’esprimere il passaggio di senso tra generazioni diverse, pronte ad accogliere le nuove istanze identitarie: La nave del olvido di Nicol Ruiz, che ” reinterpreta, anche attraverso un eccellente uso della fotografia, il “realismo magico” della letteratura latinoamericana nella chiave di esseri extraterrestri che forse indicano un percorso per uscire dalla convenzionalità sociale. Il fim pone al centro la figura di una donna socialmente umile ed apparentemente senza grandi strumenti culturali, che però con determinazione conquista e mantiene alto il diritto all’autodeterminazione ed alla ricerca della felicità, andando controcorrente rispetto al mondo che la circonda ma sapendo indicare anche alle nuove generazioni un percorso da seguire”.
Il festival, da un’idea dello scrittore Willi Vaira e di Claudio Carossa, ha inoltre dedicato un riconoscimento alla memoria di Giò Stajano, una delle figure più importanti e significative della cultura LGBTQI italiana, per troppo tempo passata in secondo piano. Il premio della somma di 500 euro è assegnato a Landlocked di Timothy Hall, “per aver raccontato con rara sensibilità, forza e grande umanità una tematica profonda e sinora poco affrontata cinematograficamente, come il lento e difficile percorso di riavvicinamento tra un figlio e il proprio genitore transgender. Nuove ed intime realtà vissute tra turbamenti, sofferenze e gioie nel vicendevole imparare che la vita di ogni persona deve essere solo di reciproco amore, rispetto e comprensione. Da oggi e per sempre, basta odio, basta violenza e la complice ignoranza”.
Il Premio “giovani” Matthew Sheppard, assegnato da 4 studenti (Alice Viscogliosi, Marta Rabellino, Martina Braconaro, Miriam Mussone, Noemi Mussone) presieduti e coordinati da Walter Revello, presidente di Libere Gabbie, è andato a Jump, Darling di Phil Connell, “per aver raccontato con potenza visiva ed emotiva il confronto generazionale nell’accettazione di sè, dei propri limiti, dei propri sogni e averci ricordato che non è mai troppo tardi per prendere in mano le redini della propria vita”.
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