Intervistato dal Corriere della Sera pochi giorni dopo la nostra intervista, Marco Carta è tornato a parlare del proprio coming out che tanto clamore ha suscitato nelle ultime settimane.
L’ex vincitore del Festival di Sanremo ha confessato di avere avuto due ‘fidanzatine’, da adolescente, ma con un pensiero latente che riguardava l’omosessualità.
“Se cercavo di scacciarlo, era un mostro che si faceva ancora più grande. Il pensiero era: se sarò omosessuale, non avrò figli. Mi ripetevo “non avrò figli. Non avrò figli”. E io, più di tutto, voglio una famiglia. Non ci sono possibilità che rinunci, ma ci sono possibilità di evadere dalla situazione. Io figli ne avrò“.
E come averne, se in Italia un omosessuale non può adottare nè ricorrere alla gestazione per altri?
“Intendo come un’esplosione che disinnesca il sistema. Non voglio un “Cartino” col mio Dna, credo che l’utero in affitto sia inumano, sia un traffico. Io voglio un figlio che agganci la mia storia. Ho avuto una famiglia stupenda e i miei zii non erano i miei genitori. Il mondo è pieno di bambini che chiedono solo di essere adottati. Io voglio lottare affinché l’adozione sia concessa alle persone come me“. “Sono stato cresciuto da due etero, con l’idea che avrei amato una donna e non è andata così. Perché dobbiamo credere che se avessi avuto invece due mamme o due padri sarei stato in automatico omosessuale? Io so che posso dare a un bambino un amore enorme e che questa, per lui, è l’unica cosa che conta“.
Fidanzato da ‘tre anni’, Carta pensa anche alle unioni civili (‘Non ce lo siamo chiesti, ma sicuramente succederà‘), cullando il sogno di una paternità che potrà diventare tale solo e soltanto con l’adozione. Ad oggi, purtroppo, a noi tutti preclusa.
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