Vedere Marvel/Disney (perché ricordatevi che i supereroi Marvel son proprietà di Disney) fingersi compagnie progressiste sarebbe anche divertente, se non fossero aziende con un impatto culturale enorme e capaci di educare generazioni di persone. Così, sarebbe divertente vedere come hanno pensato di presentare il primo supereroe di genere non binario nella storia dei fumetti Marvel, quelli da cui poi vengono tutte le varie commedie d’azione supereroistiche come Iron Man, gli ultimi Spider-Man e la serie Avengers. Sarebbe divertente, perché la situazione è tanto ridicola da sembrare una parodia.
Fare un riassunto di ciò che sta succedendo nei fumetti Marvel è assai complicato, anche perché appena mi distraggo scombinano tutto il multiverso e perdo il segno. Al momento, nel mondo fumettisttico dei supereroi Marvel sta entrando in vigore una legge chiamata “Legge di Kamala” (il nome della legge viene da Kamala Khan, attualmente nota con l’identità supereroistica di Ms Marvel). Secondo questa legge, è illegale “fare il supereroe” sotto i 21 anni di età, a meno che non si abbia un mentore adulto. Il tema affrontato è francamente interessante: è giusto che dei ragazzini rischino la vita? lo fanno davvero per scelta personale o sono traviati da qualche adulto? ed è giusto che il mondo sia in mano unicamente agli adulti, quando saranno i ragazzini di oggi a pagarne le conseguenze? È chiaro (ed esplicito nel fumetto) il parallelo con le attuali proteste dei ragazzi contro il cambiamento climatico.
Comunque, a causa di questi eventi nasce (o meglio rinasce) una squadra di supereroi chiamata “New Warriors”, giovani supereroi di oggi seguiti dai supereroi che erano stati giovani un tempo. In questo nuovo gruppo di ragazzi con superpoteri, ideato da Daniel Kibblesmith e graficamente realizzato da Luciano Vecchio, ci sono Screentime, che è capace di googlare immediatamente le cose di cui ha bisogno, il vampiro B-Negative, Trailblazer, che sembra decisamente il personaggio più interessante con il suo zainetto multidimensionale e un corpo che non rispetta la magrezza muscolosa degli altri supereroi, e la coppia di gemelli eterozigoti Safespace e Snowflake. E Snowflake è il personaggio non binario. Si chiama “Snowflake”.
A questo punto, se sapete cosa vuol dire “snowflake” in slang americano starete già scuotendo la testa e vi starete chiedendo “perché, ma non ci bastava la pandemia globale?” Ma se invece non lo sapete mi prendo questo paragrafo per spiegarvi questo termine offensivo in uso su internet. Si sua “snowflake”, “fiocco di neve”, per offendere qualcuno criticandone contemporaneanmente la pretesa di essere unico e speciale (“come un fiocco di neve”) e la sua fragilità. I fiocchi di neve sono “quelli che si offendono sempre per tutto,” e il termine viene in questo senso usato dall’estrema destra per attaccare le proteste di minoranze etniche, di genere e di orientamento sessuale. Anche se il termine era già stato usato in precedenza come offesa, questo significato viene probabilmente dal romanzo Fight Club di Chuck Palahniuk (1996) e dall’omonimo film di David Fincher, dove si trova la battuta “non sei speciale, non sei uno splendido, unico fiocco di neve” (traduzione mia). “L’idea [dei nomi] è che questi termini, che vengono usati online, non vengono visti come offensivi [dai supereroi]” ha spiegato lo scrittore di The New Warriors, Kibblesmith. “Quindi loro prendono queste parole e le indossano, come se fossero medaglie.” Secondo l’autore, grazie ai suoi poteri che gli permettono di creare proiettili di ghiaccio a forma di cristalli di neve, Snowflake dimostrerebbe che ciò che viene normalmente inteso come “fragile”, il fiocco di neve, sia in realtà tagliente e affilato, come le lame dei suoi proiettili.
Insomma, i personaggi userebbero questi nomi (anche “Safespace”, “spazio sicuro”, assume spesso una connotazione negativa nel dibattito americano) per riappropriarsene e usarli contro i loro nemici. Lasciamo stare da parte il fatto che la Marvel dovrebbe potersi permettere di chiamare artisti non binari e di colore se vuole tirar fuori personaggi non binari e di colore (come sono Safespace e Snowflake), anche perché non vogliamo qui metterci a investigare l’identità di genere degli autori di The New Warriors. Ma il risultato finale è comunque grottesco: reclamare un’offesa e impadronirsene è una potentissima azione politica e individuale, non è qualcosa che può fare una multinazionale nella speranza di vendere gadget. Avere un personaggio non binario chiamato Snowflake sarà solo una nuova e non necessaria occasione di ridicolo e di umiliazione, e su Twitter i membri della comunità LGBTQ+ hanno infatti accolto con la mia stessa incredulità l’annuncio. Anche i costumi lasciano a desiderare: i due personaggi usano i due colori gendered per eccellenza, il rosa e il celeste, ma ognuno veste il colore opposto a quello che ci si aspetterebbe dal suo aspetto. Quindi Safespace, che si identifica come un uomo, indossa il rosa, mentre Snowflake, che si identifica come una persona non binaria ma ha un aspetto femminile, indossa il celeste. “Una persona di aspetto femminile ma vestita di celeste” è sinceramente un modo molto banalizzante e deludente di pensare un personaggio non binario, sembra ricondursi alla solita rappresentazione delle persone non binarie come “non donne ma quasi” e ignora tutta la creatività della moda magari gender neutral ideata negli anni da designer non binari e di colore.
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