“Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue? La risposta è sì. La queerness familiare è ormai una realtà, e affrontarla una necessità politica, come lo è quella di un dialogo lucido e aperto sulla gestazione per altrə, un tema che mette in crisi la presunta radice dell’essere donne.”
Sul sito di Rizzoli Libri – e di varie altre piattaforme e-commerce – è già possibile leggere il risvolto di copertina e prenotare una copia di “Dare la vita”, il libro postumo di Michela Murgia in uscita il prossimo 9 gennaio. Un pamphlet attesissimo di 128 pagine, già preannunciato nei mesi scorsi da Alessandro Giammei, membro della sua famiglia queer, che ne sarà anche il curatore. In un’intervista ad Ansa dell’11 agosto 2023, il giorno dopo la scomparsa di Murgia, Giammei aveva infatti dichiarato: “Michela ha scritto fino all’ultimo giorno della sua vita […] Aveva un libro da consegnare e lo ha consegnato prima di morire. Un libro toccante, sulla famiglia. Doveva essere solo sulla GPA [N.d.R. gestazione per altrə] ed è diventato un libro più profondo sul senso della genitorialità e parentela“. E aggiunge: “C’è anche un ricco patrimonio di file scritti in molti anni, molti racconti dispersi e pagine inedite”.
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Una fucina di idee e nuovi spunti di riflessione politica pare attenderci in libreria dai primi di gennaio. Murgia ci ha lasciato il testamento spirituale in cui tuttə speravamo. Di famiglia queer, gestazione per altrə e genitorialità ce ne ha parlato più che ha potuto nei mesi prima di andarsene, folgorandoci tuttə con la definizione di un nuovo concetto di famiglia elettiva, imposta non più dal sangue, ma dalla libera scelta individuale. Quantə di noi avevano già un simile nucleo familiare, ancor prima che Murgia lo battezzasse, senza avergli però mai dato un nome? E quantə di noi, subito dopo la sua morte, sopraffattə dal vuoto incolmabile che si è lasciata dietro, hanno pensato: “ E io ora come faccio senza un suo libro sulla famiglia queer”? La sua intuizione è stata speciale e un volume che fissasse e riordinasse le sue preziose dichiarazioni in merito era indispensabile.
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Che poi Michela Murgia, a dire il vero, non se n’è mai andata, anzi, come avrebbe desiderato dire lei stessa – che ci ha pure insegnato a chiamare la morte col suo nome, senza patetici eufemismi – Michela Murgia non è mai morta. Vivrà per sempre nei suoi libri, nelle sue interviste, nei suoi video e nei suoi post, e ce ne sarà sempre almeno uno che ci eravamo persə e vogliamo recuperare. Di lei ci restano le sue parole, l’ironia caustica, la nitidezza di pensiero e l’immensa forza comunicativa con cui era in grado di argomentare. “Dare la vita” sarà senz’altro un’altra bussola morale per tantə di noi e non vediamo l’ora che arrivi il 9 gennaio per riabbracciare finalmente la nostra Michela, che ci ha insegnato a vivere e a morire e che, con questo nuovo regalo editoriale, continuerà a darci vita anche ora che con il corpo non c’è più.
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