La Corte Suprema di Mauritius ha dichiarato “incostituzionale” e “discriminatoria” la criminalizzazione e il divieto all’intimità tra persone dello stesso sesso fino ad oggi vigente nel Paese africano, dando così forma ad una storica sentenza.
Abdool Ridwan Firaas Ah Seek, presidente dell’organizzazione locale LGBTQIA+ Collectif Arc-en-Ciel, sostenuta dallo Human Dignity Trust di Londra, è stato il principale artefice di questa straordinaria vittoria. Abdool aveva contestato la costituzionalità della sezione 250 del codice penale mauriziano, che risaliva al 1838. La sezione criminalizzava le relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso, con pene fino a cinque anni di carcere.
La sentenza pronunciata mercoledì ha sottolineato come Mauritius sia uno Stato democratico e laico, non trovando alcun giustificabile motivo per intromettersi nella vita privata delle persone LGBTQIA+.
La Corte ha stabilito che la sezione 250 del codice penale è “discriminatoria” e “incostituzionale” e ha affermato che “criminalizza l’unico modo naturale per Abdool Ridwan Firaas Ah Seek e altri uomini omosessuali di avere rapporti sessuali, mentre agli uomini eterosessuali è concesso il diritto di avere rapporti sessuali”.
Il giudice ha inoltre riconosciuto che l’orientamento sessuale del querelante è “naturale e innato… non può essere alterato ed è una variante naturale della sua sessualità”.
Dopo l’annuncio, Human Dignity Trust ha twittato: “BREAKING: Vittoria epocale per i diritti umani a Mauritius. La Corte Suprema ha annullato la legge discriminatoria che criminalizzava l’intimità tra persone dello stesso sesso. Mauritius si aggiunge a un elenco crescente di nazioni africane che hanno depenalizzato l’attività sessuale tra persone dello stesso sesso”.
Per poi aggiungere:
“Human Dignity Trust applaude questa decisione, così come il lavoro del governo per riformare leggi più ampie sui reati sessuali, per eliminare la discriminazione e fornire un’adeguata protezione contro la violenza sessuale. Questa vittoria porta a 65 il numero di giurisdizioni che ancora oggi criminalizzano le persone LGBTQIA+. Mauritius si unisce ad altre nazioni africane come Sud Africa, Botswana, Seychelles e Mozambico, che hanno sradicato simili disposizioni criminalizzanti dell’era coloniale dai loro codici”.
Pliny Soocoormanee, gay mauriziano e funzionario esecutivo dell’organizzazione per i diritti umani The Peter Tatchell Foundation, ha detto: “Sono felicissimo che dopo 185 anni di criminalizzazione delle persone LGBT a Mauritius, questa legge omofobica sia finalmente giunta al termine. Non abbiamo mai chiesto un trattamento speciale, solo uguaglianza e rispetto. Mauritius può essere piccola, ma il messaggio che invia al mondo è enorme. La criminalizzazione in ogni Paese appartiene al passato. Come gay mauriziano, questo giorno vivrà con me per sempre“.
BREAKING: Momentous victory for human rights in #Mauritius as Supreme Court strikes down discriminatory law criminalising same-sex intimacy. Mauritius joins growing list of African nations that have decriminalised same-sex sexual activity. pic.twitter.com/59Bolp0XaX
— Human Dignity Trust (@HumanDignityT) October 4, 2023
The case, brought by Abdool Ridwan (Ryan) Firaas Ah Seek with the support of the Human Dignity Trust, challenged the constitutionality of Section 250 of the Mauritian Criminal Code, which dated back to 1838. https://t.co/WQFzbmKItu pic.twitter.com/28FkSXjuFS
— Human Dignity Trust (@HumanDignityT) October 4, 2023
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