Il 24 giugno si terrà l’atteso Milano Pride 2023, da Stazione Centrale fino all’Arco della Pace, con la Regione Lombardia a trazione leghista che ha ancora una volta negato il proprio patrocinio.
“Il Milano Pride è una manifestazione di libertà. Il dovere delle istituzioni è quello di garantire pari diritti, dignità e tutele alla cittadinanza. Di valorizzare le iniziative del territorio e le sue comunità. Per questo avevamo chiesto il patrocinio a Regione Lombardia anche quest’anno: ci è stato negato“, hanno tuonato gli organizzatori. Attilio Fontana è stato recentemente riconfermato Presidente di regione, battendo alle elezioni Pierfrancesco Majorino, che ha immediatamente attaccato la decisione presa.
“Stare al fianco di centinaia di migliaia di persone che lottano per i diritti di tutte e tutti, marciare al loro fianco pacificamente, dovrebbe essere scontato nel 2023. Eppure questa destra ideologica che governa Italia e Lombardia fa tutto il possibile per spingere i diritti ai margini. Non si facciano però illusioni: da una parte c’è la destra di Fontana, dall’altra ci sarà una marea. E sono convinto che quest’anno saremo ancora di più, e saremo noi consiglieri dell’opposizione a portare il simbolo della Regione al Pride”.
Duro anche Luca Paladini, portavoce de I Sentinelli nonché consigliere regionale. “Una decisione annunciata ma non per questo meno deludente“, perché “il Pride è un evento importante non solo per le persone della comunità lgbtqia+, ma anche per tutte e tutti coloro che si battono per l’uguaglianza“. Paladini ha annunciato che nel primo consiglio di giugno, in aula “chiederemo alla presidenza e alla maggioranza di riconsiderare le decisioni prese” poiché “non intendiamo accettare che i diritti delle persone lgbtqia+ vengano ignorati o negati“.
Il consiglio regionale lombardo ha bocciato anche la proposta di illuminare il palazzo del Consiglio con i colori della bandiera arcobaleno.
Paladini ha rivelato che mentre la Regione bocciava il patrocinia per il Pride ne concedeva uno a Bran.co, costola di lealtà azione. Organizzazione apertamente neofascista che “si onora” di avere tra i propri riferimenti l’ex generale delle SS Leon Degrelle, condannato come criminale di guerra, e di esaltare nel proprio inno Cornelius Codreanu, il fondatore della Guardia di ferro rumena, organizzazione terroristica e antisemita, collaboratrice dei nazisti negli anni Quaranta. Bran.co nello specifico si muove prevalentemente nel campo antiabortista. Tra i fondatori di Lealtà azione compaiono Giacomo Pedrazzoli e Stefano Del Miglio, pluricondannati per lesioni volontarie e accoltellamenti. “Quindi una manifestazione che reclama uguaglianza e diritti non merita attenzione e supporto dalla Regione e questi invece si. In Lombardia stiamo messi così“, ha concluso Paladini.
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