Una 33esima edizione trionfale, quella andata in scena al Piccolo Teatro Strehler (12.000 spettatori, circa il 40% in più rispetto al 2018), con premiazione ufficiale diventata realtà nella serata di domenica. Il Festival Mix Milano è stato vinto da “Rafiki” di Wanuri Kahiu, film kenyota visto al Festival di Cannes 2018.
Michela Murgia, presidente di giuria, ha così motivato la scelta.
Per la capacità di rigenerare la riflessione sul tema dell’amore lesbico in un contesto geografico e culturale che lo carica di inedite sfumature politiche. La scelta del contesto post coloniale – espresso dal bilinguismo e dalla compresenza di religiosità tribale e cristiana – racconta molto efficacemente cosa significhi uscire dagli schemi dentro alla sovrapposizione tra più sistemi oppressivi. La pellicola trasmette l’energia dei colori e delle forme di un mondo giovane in mutamento, ma la delicatezza dei gesti delle due bravissime protagoniste ribadisce il cuore della ribellione dell’amore: prima che per il permesso di fare, si lotta per l’intenzione di essere, costrette tutti i giorni a scegliere tra sicurezza e libertà.
Rafiki ha vinto anche il premio della giuria di Cultweek, composta da Gabriele Porro, Marina Visentin e Andrea Meroni. Menzione Speciale al brasiliano “Greta” di Armando Praça, film d’apertura premiato anche con il Premio Cielo Festival MIX, ottenendo l’acquisizione e la trasmissione da parte del canale. Questa la motivazione della giuria.
Esordio formalmente originale, già maturo, capace di sviluppare in un contesto di solitudine e di affascinante durezza sociale ed emotiva, una speranza di relazioni umane e familiari alternative.
In questo caso, un rapporto non convenzionale, nel suo potenziale di emarginazione, diventa più capace, più creativo nel cercare la soluzione a bisogni che toccano ogni persona di questo pianeta.
Il Premio del pubblico è invece andato a “Benjamin” di Simon Amstell, mentre il premio per il miglior documentario è stato assegnato a “Cassandro, The Exotico!” di Marie Losier (vincitore anche del MIX LaF, che trasmetterà il documentario vincitore sul suo canale), con le seguenti motivazioni:
Nel ritratto estremamente intimo di un personaggio espressione capovolta di una radicata tradizione popolare, la regista riesce a interrogare il proprio mezzo cinematografico costruendo un racconto sfaccettato e complesso che dal particolare raggiunge l’universale.
Menzione speciale documentari a “Gay Chorus Deep South” di David Charles Rodriguez, “per la capacità di rappresentare le conflittualità sui diritti dell’individuo negli Stati Uniti che si ritengono faro di libertà ma riflettono invece sentimenti reazionari diffusi in tutto il mondo“.
Il premio per il Miglior cortometraggio, infine, è stato assegnato a “Projekt Baby” di Johannes Pico Geertsen, con menzione speciale per “Pepitas”, perché con brillante ironia tratta del rapporto generazionale tra nonna e nipote.