L’Italia piange la morte di Franco Battiato, cantautore, compositore, musicista, regista e pittore, deceduto all’età di 76 anni a Milo, alle pendici dell’Etna. Era malato da tempo. Battiato è stato un unicum nella musica nazionale. Avanguardista, postmoderno, lontano dai facili sentimentalismi, inclassificabile. Ha unito il pop e la lirica, la musica elettronica e quella etnica, spaziando tra esoterismo, misticismo e filosofia. 40 anni fa vinse Sanremo come autore di Per Elisa, brano cantato da Alice, con la quale duettò all’Eurovision del 1984 arrivando quarti con I treni di Tozeur.
Nel mezzo decine di dischi, una popolarità internazionale, un’infelice esperienza politica da assessore in Sicilia, 3 lungometraggi, grazie ai quali ha vinto anche un Nastro d’argento come miglior regista esordiente per il film Perdutoamor, Opere teatrali e nessun amore mai sbandierato. Si è a lungo dibattuto sull’orientamento sessuale di Battiato, ma il maestro, l’Artista, non ha mai vissuto la propria vita privata in piazza. Non si è mai sposato, non ha avuto figli. Nel corso della sua sterminata carriera Battiato ha più volte cantato l’amore LGBT.
Nel 1977 partecipò alla realizzazione di Come Barchette dentro un Tram di Alfredo Cohen, tra i primi attivisti del Fuori! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano). Quello fu il primo disco italiano a trattare l’omosessualità in modo tanto esplicito. Battiato si occupò della produzione, degli arrangiamenti e della direzione d’orchestra, insieme a Giusto Pio. In quell’album, passato alla storia, si dava “voce (e soprattutto dignità e umanità) a tutto un universo di vite cancellate, reiette, taciute fino a quel momento non meritevoli di apparire all’interno del mondo dipinto dalla canzone italiana“. Nel 1979 scrisse 2 canzoni con Cohen e Giusto Pio: Roma e Valery, dedicata alla transessuale Valérie Taccarelli.
Negli anni ’80 Battiato realizzò “Prospettiva Nevskij” (“e poi di lui s’innamorò perdutamente il suo impresario”) e “No U turn-New frontiers” (“gli uomini in cerca d’amore/ affetto nei parchi”), mentre in “Venezia-Istanbul” citava Socrate e sfotteva gli omofobi e in “Chanson Egocentrique” cantava il piacere nei battuage (“My life in the park… do you smile for arabian style? I like it… children with toys”).
Intervistato da Babilonia, negli anni ’80 lanciò tuoni e fulmini contro l’omosessualità, definendola contronatura, ma non si è mai capito se stesse prendendo in giro l’intervistatore o molto più semplicemente sè stesso. Nel 2015 la frattura al femore, dopo essere caduto sul palco, nel corso di un concerto. Nel 2017 il suo ultimo live, a Catania. Nel 2019 il ritiro dalle scene. Oggi la morte, l’addio ad un artista gigantesco, unico nel suo inafferrabile genere.
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