Lanci di uova, arresti e feriti: non poteva che finire così la manifestazione dell’orgoglio che ha portato al massacro alcuni attivisti lgbt di Mosca.
Niente a che fare con le manifestazioni imponenti a cui siamo abituati: il pesantissimo clima di omofobia che si respira in Russia ha spinto solo pochi coraggiosissimi attivisti a scendere in piazza a rivendicare le loro vite e la loro esistenza.
Una manifestazione illegale, ovviamente: dal 2006 la comunità lgbt non ha mai ottenuto il diritto di manifestare a Mosca e nel 2012 un tribunale ha vietato di organizzare Gay Pride in città per i successi 100 anni.
Questa è la libertà di pensiero in Russia.
Minacce di morte ad Andrea Giuliano, attivista lgbt italiano in Ungheria
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