Il 14 luglio 2023 alle ore 17:50 ha avuto luogo l’incontro tra l’A.Ra.N. e le Organizzazioni e Confederazioni sindacali rappresentative del Comparto Istruzione e ricerca. Al termine della riunione l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni e sindacati (ad esclusione della UIL) hanno sottoscritto l’ipotesi di CCNL del personale del comparto Istruzione e ricerca relativo al periodo 2019-2021, contratto che era ancora “vacante” e che si può quasi definire storico, perché contenente non poche novità sul fronte dei diritti delle persone trans.
L’articolo 21, che nel precedente contratto non c’era, parla di “Transizione di genere“, con novità davvero importanti.
Al fine di tutelare il benessere psicofisico di lavoratori transgender, di creare un ambiente di lavoro inclusivo, ispirato al valore fondante della pari dignità umana delle persone, eliminando situazioni di disagio per coloro che intendono modificare nome e identità nell’espressione della propria autodeterminazione di genere, le Amministrazioni saranno chiamate a riconoscere un’identità alias al dipendente che ha intrapreso il percorso di transizione di genere di cui alla legge n. 164/1982 e s.m.i. e ne faccia richiesta tramite la sottoscrizione di un Accordo di riservatezza confidenziale.
Una carriera alias che riguarderà, ad esempio, il cartellino di riconoscimento, le credenziali per la posta elettronica, la targhetta sulla porta d’ufficio, eventuali tabelle di turno orari esposte negli spazi comuni, nonché divise di lavoro corrispondenti al genere di elezione della persona e la possibilità di utilizzare spogliatoio e servizi igienici neutri rispetto al genere, se presenti, o corrispondenti all’identità di genere del lavoratore.
Non si conformoreranno all’identità alias e resteranno pertanto invariate tutte le documentazioni e tutti i provvedimenti attinenti al dipendente in transizione di genere che hanno rilevanza strettamente personale (come ad esempio la busta paga, la matricola, i provvedimenti disciplinari) o la sottoscrizione di atti e provvedimenti da parte del lavoratore interessato.
Una svolta a lungo attesa per gli e le insegnanti transgender, a poco più di un anno dal suicidio di Cloe Bianco, professoressa umiliata e discriminata anche dalla destra nazionale solo e soltanto perché trans. “Il nuovo contratto segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata”, ha commentato Giuseppe Valditara, ministro leghista dell’istruzione e del merito che non ha fatto minimamente riferimento a quell’articolo 21, forse perché indigesto al proprio partito e alla stessa maggioranza di governo.
Lo scorso febbraio, alla vigilia delle elezioni regionali in Lazio e in Lombardia, proprio la Lega si era scagliata contro la carriera alias nelle scuole, seguita a ruota da Fratelli d’Italia. A fine 2022 Pro Vita e Famiglia aveva diffidato 150 scuole, chiedendo proprio l’intervento del ministro, affinché vietasse quella Carriera Alias che consente agli studenti trans* di cambiare nome e genere a scuola ancor prima dei 18 anni e di un eventuale compimento del percorso giuridico relativo al cambiamento ufficiale di sesso. Al di fuori dell’università o della scuola la carriera alias non ha alcun valore legale: non sostituisce un documento d’identità.
Adesso la svolta a cui neanche il governo Meloni ha potuto dire di no, perché come sottolineato dal ministro Valditara a Il Fatto Quotidiano, simile articolo è ormai “presente in tutti i contratti” del settore pubblico. Scuola compresa. L’ipotesi di contratto dovrà ora superare tutti i controlli del Mef e della Funzione pubblica sulla parte economica, ma quell’articolo 21 non sarà comunque cancellabile, come rimarcato dalla segretaria della Flc Cgil Gianna Fracassi e dalla segretaria della Cisl Scuola Ivana Barbacci.
“Questo articolo è stato inserito con la volontà di tutti e non c’è possibilità che venga modificato“, ha detto Barcacci al Fatto Quotidiano. “Non l’abbiamo ancora pubblicizzato perché stiamo facendo la sintesi dei temi di maggiore diffusione; questo è un argomento particolare che riguarda una fascia precisa di lavoratori. Lo valorizzeremo. Nessuno ha posto questioni, l’abbiamo anche perfezionato. È un diritto significativo come i tre giorni di permesso retribuito ai precari che è costato 74 milioni di euro”.
Come potranno ora Lega e Fratelli d’Italia tornare a tuonare contro la carriera alias nelle scuole? All’interno del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del personale del comparto Istruzione e ricerca c’è anche l’articolo 18, che va ad abrogare l’art. 19 del CCNL 19/04/2018, tutto dedicato alle unioni civili.
“Al fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile tra persone dello stesso sesso di cui alla legge n. 76/2016, le disposizioni di cui al presente CCNL riferite al matrimonio, nonché le medesime disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile“, si legge. Non ci sarà quindi più alcuna distinzione tra insegnanti uniti in matrimonio e con unione civile.
Qui tutti i 178 articoli del nuovo contratto.