Domenica e lunedì si terranno le elezioni regionali in Lazio e in Lombardia, con i candidati di destra Lorenzo Fontana e Francesco Rocca sondaggi alla mano in vantaggio sugli esponenti di centrosinistra, del Terzo Polo e del Movimento 5 Stelle. Tanto in Lombardia quanto nel Lazio, la campagna elettorale ha abbracciato il famigerato ‘mostro gender’, con due esponenti della Lega rimarcarne la pericolosità.
Tra i candidati più spiccatamente pro-life e pro-family della destra laziale spicca Tony Bruognolo, 46enne segretario politico della Lega in Provincia di Roma Sud che corre per un seggio di consigliere nella circoscrizione di Roma. Intervistato da Pro Vita & Famiglia, Bruognolo ha subito messo le cose in chiaro:
“Io sono contrario alla diffusione nelle scuole dell’ideologia gender tra i nostri figli. Sarò certamente in prima linea a livello regionale per sensibilizzare, anche attraverso i canali istituzionali, tutti i nostri cittadini sulla pericolosità di queste tematiche. Insieme alla squadra di governo, inoltre, io farò portavoce di tutto il mondo contrario alla diffusione dell’ideologia gender e alla cosiddetta “carriera alias”, richiedendo al nostro ministro una posizione fermamente contraria, da diffondere tramite delle circolari destinate agli istituti scolastici di tutta Italia”.
La “Carriera Alias“, lo ricordiamo, consente agli studenti trans* di cambiare nome e genere a scuola ancor prima dei 18 anni e di un eventuale compimento del percorso giuridico relativo al cambiamento ufficiale di sesso. Al di fuori dell’università o della scuola la carriera alias non ha alcun valore legale: non sostituisce un documento d’identità.
Cambiando regione e andando in Lombardia, ecco trovare un altro esponente leghista candidata, Silvia Scurati, già oggi consigliera regionale. Anche in questo caso l’attacco al gender ha preso forma tramite intervista a Pro Vita e Famiglia.
“I nostri figli non possono e non devono diventare i bersagli della propaganda della sinistra“, ha tuonato Scurati, “così come devono avere una mamma e papà, che sono i capisaldi della famiglia, e non un genitore 1 e genitore 2“. Una clamorosa fake news, quest’ultima, ormai tristemente entrata nel lessico politico e mediatico, per quanto inventata di sana pianta da Matteo Salvini, non essendoci mai stata simile dicitura sui documenti dei minori.
La scorsa settimana abbiamo intervistato due esponenti del centrosinistra, candidati in Lombardia e nel Lazio, ovvero Luca Paladini dei Sentinelli di Milano e Marta Bonafoni. Il voto regionale è a turno unico, non prevedendo alcun ballottaggio. L’esponente che ottiene un voto in più del 2° arrivato, in conclusione, diventa presidente di regione.
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