Con il Pride Month alle porte, una magica creatura è venuta dall’Inghilterra a benedire il suolo italiano.
Sam Smith non è superumanə, ma la sua presenza è sufficiente per tirare un respiro di sollievo dai disastri dell’ultima settimana, in primis quelle alluvioni che stanno devastando l’Emilia Romagna.
Così la popstar inglese ha fatto tappa sabato 20 maggio 2023 all’Unipol Arena di Bologna e domenica 21 maggio 2023 al Pala Alpitour di Torino con il suo Gloria Tour, show overbudget all’insegna di scenografie mozzafiato e safe space per chiunque vuole concedersi un po’ di libertà, anche solo per una notte.
Un’ora e quaranta di concerto, dove Smith entra in scena con cappello da marinaio e completo ricoperto di strass, accompagnatə dai suoi ‘little sailors’ a bordo di una mastodontica Afrodite in oro massiccio: “Ciao Bologna, grazie di essere qui stasera, che bello vedere tutti i vostri volti, sappiamo che sono state giornate molto difficili per voi” dice Smith, invitando il pubblico italiano ad un viaggio fatto d’amore e felicità, con la promessa di “alleviare i dolori e la pesantezza delle ultime ore”.
Un’odissea queer divisa in tre atti – love, beauty e sex – dove passato e presente partecipano alla stessa festa, che tra intimità e sfarzo sembra scandire il coming of age dellə stessə Smith: dall’emotività delle ballad più tradizionali come Stay With Me, Let Me Down, I’m Not the Only One, all’irreverenza dance groovy di Latch, Diamonds, o la hit I’m Not Here To Make Friends.
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Un climax di euforia di genere che infrange le regole e non conosce barriere, indossando copricapo con la scritta ‘QUEER‘, abiti da regina, calze a rete, twerk in perizoma, e bandiera italiana sui capezzoli da far rabbrividire alcune persone al governo.
Non è un caso che nell’ultimo atto, la sessualità Smith ce la racconta sulle note di Human Nature, rivoluzionario brano di Madonna che nel 1992 risvegliava la rabbia e il disprezzo dell’America più puritana. Disposta alla gogna mediatica pur di esprimere sé stessa e non reprimere più nulla.
Una storia che sembra ripetersi vent’anni dopo, con un’artista apertamente non binary che stuzzica la transfobia e grassofobia del pubblico mainstream, per nulla abituato ad un corpo non conforme così orgogliosə e liberə di fare quello che vuole.
Foto cover tratta dal concerto di Bologna da questo account IG
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