Il linguaggio al contempo manifesta e accoglie il nuovo. Un caso di uso del linguaggio per far spazio alle nuove forme dell’autodeterminazione arriva dall’Inghilterra. Gli studenti della Oxford University infatti sono stati invitati a utilizzare pronomi neutri – come ad esempio ‘ze‘ – per ridurre la discriminazione di genere.
Alcuni volantini distribuiti presso l’università hanno sottolineato che si spera così di impedire agli studenti transgender di sentirsi offesi dall’uso dei pronomi non corretti e strettamente binari.
Il Sunday Times ha riferito inoltre che l’uso di tali pronomi sarà incentivato nelle lezioni, nei seminari e, auspicabilmente, al di fuori dell’università. Insomma l’università intende proporre una vera e propria linguistica e di mentalità-
Peter Thatchell, attivista LGBT, ha dichiarato: “È una cosa positiva, sarà utile per evitare di sottolineare le divisioni di genere e le barriere. È bene avere pronomi di genere neutri per coloro che li vogliono, ma non dovrebbero essere obbligatori. La questione non riguarda l’essere politicamente corretti, né il fatto di censurare qualcuno. Si tratta di riconoscere il cambio di identità di genere e di rispettare il diritto delle persone che non si identificano né con il genere maschile né con quello femminile. Dare alla gente l’opzione dello “ze” è un segno di attenzione e sensibilità”.
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Lo ze? Ma che lingua è?
Non ho capito, vogliono invitare la gente ad usare questo pronome per tutti o solo diffondere un neologismo specifico per chi non si identifica in nessuno dei due sessi? Perché nel primo caso sarebbe una boiata controproducente, gli omofobi non vedono l’ora di avere occasione per fare la parte dei discriminati. Già intravedo mio fratello al computer sul sito della sua parrocchia a leggere “la nuova mossa d sat4na x traviare le menti dei ggggiovani!!111”. E comunque non vedo cosa c’entri coi transgender, che vogliono essere riconosciuti come appartenenti al sesso opposto a quello biologico, non come entità “neutre”.
Sembra l’apoteosi della demenza, quando ci sarà un sistema ternario (lui, lei, x) ci sarà sempre qualcuno che si sentirà troppo speciale per catalogarsi come tutto gli altri e avrà bisogno di un quarto genere per differenziarsi dal resto della massa.