Stralcio della stepchild, emendamenti Lumia e tolto il riferimento alla fedeltà tra i doveri delle unioni civili: è questo il “punto di caduta” della trattativa tra i vertici del Partito Democratico e quelli dell’NCD, ormai intenzionati a porre la questione di fiducia sul maxi-emendamento. Emendamento che, probabilmente, sarà presentato a breve e sul quale inizierà già stasera, contrariamente alle indiscrezioni trapelate nelle scorse ore, il suo iter in Senato, per essere approvato quindi domani pomeriggio, insieme all’intero ddl Cirinnà (salvo ad oggi poco probabili slittamenti alla settimana successiva).
AGGIORNAMENTO ORE 15.20: il Ministro Angelino Alfano, intervistato dal Corriere della Sera TV, ha appena confermato queste indiscrezioni.
A quanto pare, quindi, l’accordo sarebbe stato trovato e prevederebbe:
– l’annunciato – ed assai doloroso – stralcio della “stepchild adoption”, sul quale peraltro una attesa sentenza della Corte Costituzionale sembra che non abbia portato novità, né positive, né negative;
– i cosiddetti emendamenti Lumia, dal nome del Senatore del PD che li aveva elaborati: si tratta di una serie di modifiche ad alcuni articoli del ddl, che anziché fare continui richiami agli articoli del codice civile dedicati al matrimonio, ne snocciola i relativi diritti e doveri. Sono queste le modifiche che avrebbero infatti chiesto i tecnici della Presidenza della Repubblica per scongiurare un ventilato diniego di firma da parte di Mattarella: “si tratta – ci ha spiegato il giurista Angelo Schillaci, vicino alle Famiglie Arcobaleno, da noi interpellato – di emendamenti che esplicitano i rinvii al codice civile contenuti negli artt. 2, 3 e 6, riportandone il contenuto nel corpo della legge, e adeguandoli linguisticamente all’unione civile. Sono emendamenti tendenzialmente a “somma zero” sul piano delle tutele: cioè, per come formulati a oggi (ma in sede di trattativa potrebbero essere stati cambiati), nulla aggiungono e nulla tolgono alle tutele previste dal cirinnà. È un restyling, in sostanza”;
– lo stralcio del dovere di fedeltà, tra gli obblighi delle persone unite civilmente: sarebbe infatti questa la vera ed unica novità di oggi e si tratterebbe di una richiesta fatta dall’NCD per marcare una ulteriore differenza con l’istituto matrimoniale.
Un punto di caduta sarebbe inoltre stato trovato anche sul comma 4 dell’art.3, verrebbe disciplinato che le disposizioni non si applicano alle norme del codice civile non richiamate espressamente dal ddl “fatta salva la legge sulle adozioni“.
Resterebbe il significativo riferimento alla vita familiare nell’articolo 3, comma 2: “Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato”.
A quanto pare, si è arrivati a questo accordo dopo alcune ore di una trattativa molto tesa, nella quale l’NCD pareva assolutamente intenzionato a “far saltare il banco” chiedendo l’inserimento di una norma anti-stepchild adoption, in modo da dare un indirizzo ai Tribunali molto chiaro ed evitare così un ulteriore consolidamento della giurisprudenza pro-stepchild e le conseguenti nuove “vittorie” delle famiglie Arcobaleno.
A questo punto, non rimane che attendere di leggere il testo del maxi emendamento.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.