Giornata di ‘promozioni’ aberranti, quella diventata ieri realtà a palazzo Madama.
Il senatore leghista Simone Pillon, un tempo portavoce del Family day e primo firmatario del Ddl sull’affido condiviso, nonché da sempre nemico giurato numero uno della comunità LGBT, è stato incredibilmente nominato vice presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, con Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia nonché fedelissima di Silvio Berlusconi, eletta presidente della commissione. Il governo gialloverde ha così replicato alle migliaia di persone scese in piazza sabato scorso, in tutta Italia, per protestare proprio contro Pillon, ovviamente entusiasta sui social per l’inattesa ‘promozione’.
“Sono appena stato eletto vicepresidente di maggioranza nella Commissione bicamerale infanzia e adolescenza. Il mio impegno pubblico, il lavoro politico e la mia esperienza di padre e di avvocato minorile sarà ancor più al servizio dei diritti di bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Ringrazio Massimo Gandolfini e gli amici del Comitato ‘Difendiamo i nostri figli-Family day. Ringrazio soprattutto Matteo Salvini e gli altri amici della Lega, primo tra loro il mio capogruppo Massimiliano Romeo per la grande fiducia dimostratami e per il sostegno silenzioso e fermo che ha reso possibile questo risultato. Ringrazio i commissari del gruppo 5Stelle e di opposizione che mi hanno appoggiato col voto“.
Ma non è finita qui, la giornata horror del governo Conte. Un’altra senatrice leghista, Stefania Pucciarelli, è stata infatti follemente eletta alla presidenza della Commissione straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato. Proprio lei, che ha spalmato like social a chi chiedeva le ruspe per i campi rom, i forni per gli stranieri e le ronde contro i migranti. Anche la Pucciarelli, ovviamente, è dichiaratamente contraria alle famiglie omogenitoriali, eppure l’invotabile Stefania è riuscita a battere un monolite parlamentare come Emma Bonino, che ha ottenuto appena otto voti.
“E’ stato un grave errore che la maggioranza abbia fatto prevalere una logica di schieramento invece che valorizzare la competenza di Emma e il suo impegno decennale su questi temi“, ha tuonato la senatrice Pd Valeria Fedeli, con il Movimento 5 Stelle in entrambi i casi al voto favorevole al fianco della Lega. Uno schiaffo, l’ennesimo, a quella comunità LGBT che guarda sempre più con sincero sgomento ad una forza politica che dinanzi a poltrone e ministeri si è completamente piegata dinanzi all’alleato leghista, per lo meno coerente con la propria storia politica. Perché loro, i barbari salviniani, omofobi lo sono sempre stati, dichiaratamente. La maschera grillina, a lungo ostentata, è invece crollata. Definitivamente.
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