Dopo 5 giorni di scontate, doverose e annunciate polemiche, Pio e Amedeo hanno replicato dal proprio profilo Instagram a chi li ha accusati di alimentare l’odio verbale con il loro lungo monologo di Felicissima Sera, venerdì scorso.
“Qualcuno forse da questo post si aspetta delle SCUSE e lo avvisiamo subito che rimarrà deluso”, esordiscono i due comici sui social. “Pensiamo che moltissime persone che hanno attaccato il nostro monologo non l’abbiano nemmeno visto per intero e che tanti lo abbiano guardato già prevenuti. Bene, ci rivolgiamo a loro, a “voi”. Non fate finta di non capire quello che abbiamo detto perché “vi” fa comodo trasformarlo nella solita querelle politica da quattro soldi. La politica non ci appartiene. La politica ci omaggia di spunti e personaggi senza distinzioni di partiti per fare quello che vogliamo fare, SATIRA, come abbiamo sempre fatto”.
Peccato che noi il monologo l’abbiamo visto, e rivisto, e rivisto, ed è il duo Pio e Amedeo a non aver forse collegato le intenzioni iniziali del proprio sketch a quanto effettivamente andato in onda.
“Mentre alcuni di “voi” erano impegnati a mettere l’arcobaleno nella foto profilo sui social, i sottoscritti qualche anno fa, sono andati in Russia a respirare la puzza dell’omofobia”, hanno rivendicato su Instagram. “Ci siamo messi in prima linea in uno Stato dove non badano troppo ai modi, perché insieme a Vladimir Luxuria eravamo lì per far sentire la voce per il diritto di uguaglianza, e di buona risposta siamo stati spinti in una macchina con violenza da energumeni e siamo stati buttati fuori fisicamente a calci da quel paese dove gruppi di imbecilli adescano ragazzi gay su internet per incontrarli, pestarli e fare un video per postarlo con fierezza sui social… il tutto senza gridare nessuna parola “politicamente scorretta”, incredibile! Le persone cattive purtroppo possono fare anche a meno dei “vostri” divieti linguistici”.
Quanto fatto in passato, da Iene, non ha però niente a che vedere con quanto detto venerdì sera, davanti a 4.3 milioni di italiani. “LE PAROLE HANNO LA LORO IMPORTANZA! Eccome se ce l’hanno…ma non SONO NULLA IN CONFRONTO ALL’INTENZIONE!”, hanno proseguito Pio e Amedeo. È logica: “le parole non valgono quanto l’intenzione!” Questo abbiamo detto! NON CI PROVATE. Si può fare così schifo anche usando solo termini “politicamente corretti”. Passiamo al nostro suggerimento di usare l’ironia: l’utilizzo dell’ironia laddove si può, è chiaro, è solo quello di tentare di disinnescare l’offesa. NESSUNO HA DETTO CHE l’IRONIA DISINNESCA LA VIOLENZA! La risata è solo un palliativo all’ignoranza, perchè se l’ignoranza è come il covid, il sorriderci su e non dare troppa importanza ai vocaboli è il vaccino. E IL VACCINO NON È LA CURA! Sorriderci su è solo l’ombrello sotto l’acquazzone”.
Ed è qui che l’errore si ripete. Sorridere non potrà mai essere il vaccino per combattere l’ignoranza, se tu vai ad alimentare quell’ignoranza difendendo l’utilizzo di termini inappropriati, che generano dolore, violenza, discriminazione. È un circolo vizioso dal quale diventa impossibile uscire.
“LA CURA all’ignoranza è l’EDUCAZIONE CIVICA, che prescinde dalla lingua. NON CI PROVATE “voi” A METTERCI IN BOCCA CONCETTI NON NOSTRI PERCHÉ CASCATE MALE!”, hanno continuato Pio e Amedeo. “La più grande sciocchezza che abbiamo sentito volete sapere quale pensiamo sia? Che bisogna appartenere ad una comunità per capirne le debolezze, che bisogna aver sofferto per capire. Ma noi stiamo parlando di affrontare un problema che non riguarda la “comunità”, bensì chi LA DENIGRA, LA OFFENDE e LA OSTEGGIA. SONO I CRETINI IL PROBLEMA, non la comunità…per risolvere il problema non bisogna essere della “comunità” ma conoscerne gli “aguzzini”, gli ignoranti intorno. Esistono le PERSONE, non le categorie, LE PERSONE! Esistono i cattivi, i vili, gli schifosi… quelli che adottano la violenza, è contro di loro che ci dobbiamo concentrare. PERCHÈ OGNUNO È LIBERO DI FARE CIÒ CHE VUOLE, SEMPRE MA NEL RISPETTO DEL VIVERE CIVILE! Questa è Democrazia. Non fermiamoci alla grammatica delle parole, OGGI PURTROPPO NON BASTA…EDUCHIAMO ANCHE LA TESTA E NON SOLO IL LINGUAGGIO!“. “Quando diciamo “VOI” ci rivolgiamo a quelli che non hanno capito il nostro messaggio. Perchè fortunatamente, di gay, neri ed ebrei che hanno capito il senso di quello che abbiamo detto ce ne sono tanti, tantissimi, e sono quelli, come noi, a cui basterebbe raggiungere LA VERA UGUAGLIANZA. Per chiudere sappiate che noi abbiamo appena cominciato la nostra battaglia ai luoghi comuni e all’ipocrisia. Il nostro obiettivo è sempre e sempre sarà quello di scardinare questa OPINIONE UNICA che vogliono imporci!”.
Evidentemente Pio e Amedeo sono convinti che si possa fare educazione tralasciando l’utilizzo di un determinato linguaggio. Ma così non è. Le cose devono andare di pari passo. Consigliamo loro di riascoltare quanto detto in 17 minuti. L’agghiacciante sketch sul Pride, che sarebbe inutile perché gli etero non scendono in strada per gridare W la Figa. L’agghiacciante paragone tra “ebrei” e “genovesi”. L’agghiacciante difesa di certe parole che nel nostro mondo, e non su Marte, fanno male, nel 95% dei casi. E il politicamente corretto non c’entra niente di niente, così come la balla del pensiero unico che chissà chi vorrebbe imporre al mondo. Chiedere rispetto e una buona educazione significherebbe alimentare lo spauracchio dell’opinione unica? Un fiume di parole e non un accenno di autocritica, neanche per sbaglio.
Cari Pio e Amedeo sarebbe bastato chiedere scusa, perché non tutte le ciambelle possono venire con il buco. Invece avete rilanciato, insistendo, proseguendo, cavalcando il mantra del “non ci avete capito“, che è onestamente particolarmente offensivo. Perché detto tra noi, cari Pio e Amedeo, non avete scritto e recitato un trattato filosofico di rara complessità interpretativa. Non c’è bisogno di scomodare il compianto Umberto Eco per dar vita ad un’analisi semiotica di quei 17 brutti minuti. Che brutti erano, e brutti sono rimasti anche dopo questo infinito, evitabile, discutibile, arrogante e urlato sfogo.
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Voi che potete, rispondetegli così: ma perché ve la prendete così tanto? Basta riderci su, no???
Vediamo lo share della prossima puntata!!!!
È ovvio che tra dire per esempio “frocio” senza intendere il significato dispregiativo e dirlo intendendo proprio quello è peggio quest’ultimo caso, ma penso sia meglio non usare mai certe parole semplicemente perché il loro significato è dispregiativo anche usandole attribuendogli un significato diverso.