In moltə si erano domandati, negli scorsi giorni, il perché dell’inusuale silenzio da parte del #PresidentedellRepubblica, Sergio #Mattarella, in relazione al caso #Vannacci.
È passata ormai una più di una settimana dalla vicenda, che aveva visto la pubblicazione di un libro tanto controverso quanto di successo – “Il Mondo al Contrario”, intriso di omobitransfobia, razzismo e misoginia – da parte del generale #RobertoVannacci, alta carica delle forze armate.
Seppure diversi esponenti dei partiti di centrodestra abbiano mostrato il loro sostegno e annoverato il generale come martire della libertà di espressione, ipotizzando persino una sua candidatura alle prossime Elezioni Europee – Vannacci ha subito poche e leggere ripercussioni per aver divulgato tramite il suo libro messaggi si stampo #omobitransfobico, sessista, xenofobo.
In questo scenario a noi come ad altrə, il silenzio del Presidente della Repubblica, rimbombava come un vuoto a tratti incomprensibile.
Come Comandante in Capo delle Forze Armate italiane, il Presidente della Repubblica è la figura a cui qualsiasi militare deve fare riferimento, e in tanti si aspettavano una risposta decisa in merito alla vicenda Vannacci.
Dal meeting di Rimini di Comunione e Liberazione il Capo dello Stato ha fatto sentire la sua voce, di seguito alcuni passaggi.
“La nostra Costituzione ci insegna l’importanza dell’amicizia come risorsa preziosa. Questa è la chiave per superare insieme barriere ed ostacoli, per esprimere la vera essenza della nostra umanità e per respingere l’odio. Le relazioni umane sono fondamentali, e l’odio tra le persone va sconfitto per garantire la coesione della nostra società. La civiltà umana ci esorta a lottare contro l’odio nelle relazioni umane, a sanzionare comportamenti offensivi e a stabilire regole solide per la nostra convivenza.
Dobbiamo ricordare che il pensiero ‘Homo homini lupus’ di Plauto e il concetto di Stato di natura di Thomas Hobbes hanno rappresentato ostacoli nella storia umana. Tuttavia, la nostra aspirazione non deve limitarsi a immaginare che l’amicizia lega solo chi si vede come simile. Se questo fosse il nostro pensiero, rischieremmo di incoraggiare l’omologazione e la standardizzazione, perdendo di vista l’importanza del rispetto per le diversità e le specificità individuali. Non dimentichiamoci che le ideologie e le culture del XX secolo, che hanno enfatizzato la massificazione, hanno portato all’oppressione dell’individuo.
Le identità plurali delle nostre comunità nascono dalla fusione delle identità individuali. Esse sono il risultato delle storie personali di chi le popola, che si rinnovano e evolvono attraverso le generazioni e gli eventi storici. La somma dei “noi” emerge da ogni singolo “io”, guidata dai principi di fraternità, rispetto e considerazione reciproca. Questi valori sono il fondamento della nostra nazione e testimoniano la grandezza del nostro popolo“.
Ma il passaggio che colpisce di più, è quello che racconta come la bellezza dell’Italia stia nel suo mescolarsi di vissuti, culture e costumi, e come qualsiasi conservatorismo escludente non possa che danneggiarci.
“Amato e apprezzato in tutto il mondo, il nostro patrimonio culturale è il risultato di secoli di incontri tra diverse etnie, tradizioni, esperienze e religioni. La ricchezza della nostra lingua è stata arricchita dall’apporto di vari idiomi, tutti orientati verso il bene comune. L’amicizia, per sua stessa definizione, si contrappone alla violenza. Nasce dalla conoscenza e dal dialogo, e in questo, assume un valore anche politico. Purtoppo, ci sono sempre pretesti per alimentare tensioni, che siano differenze ideologiche, etniche, ingannevoli lotte di classe o tentativi di rianimare vecchi nazionalismi”.
E infine, una chiamata all’azione.
“Quest’anno, il meeting riafferma con forza la sua missione fondamentale, la ragione stessa della sua esistenza: l’Amicizia fra i Popoli. Come si evince dal suo nome completo, “Meeting per l’amicizia fra i popoli”, l’evento sottolinea quanto sia essenziale costruire ponti tra le diverse culture e società. Viviamo in un momento in cui c’è un disperato bisogno di speranza e amicizia. Vi invito a essere portatori di questi valori: fate sì che la speranza e l’amicizia si manifestino attraverso le vostre azioni, correndo sulle vostre gambe e risuonando nelle vostre voci“.
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