La scorsa settimana Donald Trump si è rifiutato di condannare i suprematisti bianchi d’America, nel corso del terribile dibattito parlamentare con lo sfidante democratico Joe Biden, rivolgendosi direttamente ai Proud Boys (“State indietro e state in allerta”). Un’uscita presto diventata motto ufficiale di questi estremisti di destra, orgogliosamente omotransfobici, con hastag annesso.
Peccato che nel fine settimana quello stesso hastag sia stato preso d’assalto dalla comunità LGBT a stelle e strisce, e non solo, con decine e decine di foto raffiguranti coppie gay pubblicate su Twitter, Instagram, Facebook. Persino l’account ufficiale delle forze armate canadesi ha condiviso l’immagine di un militare che bacia il proprio compagno, con annessa bandiera arcobaleno.
Nati nel 2016, i Proud Boys sono stati fondati dall’inglese Gavin McInnes, con il nome che prende forma dalla canzone “Proud of Your Boy”, tratta dal cartoon Disney “Aladdin”. Misogini, islamofobi, antisemiti, antiimmigrati, omotransfobici, violenti e armati, andrebbero semplicemente censurati, dopo anni di marce neonaziste e scontri di piazza. Ma non per Donald Trump, che da tempo strizza pesantemente l’occhio anche a quell’inaccettabile mondo. Non a caso dopo averli nominati nel corso del dibattito tv, visto da quasi 30 milioni di americani, i Proud Boys hanno registrato l’adesione di centinaia di nuovi membri.
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