Tre imperdibili e abbaglianti puntate per celebrare l’icona tra le icone. Arriva il 27 dicembre su Disney+ Raffa, la prima docuserie originale dedicata a Raffaella Carrà. Prodotta da Fremantle, diretta da Daniele Luchetti e scritta da Cristiana Farina con Barbara Boncompagni, Carlo Altinier, Salvatore Coppolino e Salvo Guercio, Raffa, da noi recensita in anteprima e più che doverosamente acclamata, ripercorre la straordinaria vita di una delle icone della cultura pop in tutto il mondo.
Chi è Raffaella Carrà? Chi si nasconde dietro l’immagine della star italiana più famosa e amata all’estero, dietro i 60 milioni di dischi venduti, i successi televisivi, i film e le tournée internazionali? Simbolo di libertà, regina della TV e icona LGBTQ+: Raffaella Carrà è un mito che supera ogni barriera, un’artista amata incondizionatamente dal pubblico internazionale per oltre 50 anni. Eppure Raffaella è un mistero di cui nessuno possiede la chiave. Gelosissima del suo privato, era una donna che lottava per affermarsi in un mondo di uomini, che ha amato e sofferto come tutte e nella quale convivevano due anime, quella della diva Carrà e quella più vulnerabile di Raffaella Pelloni. La docuserie ripercorre la sua vita pubblica e privata, a partire dall’infanzia in Romagna segnata dall’abbandono del padre, il flirt “da copertina” con Frank Sinatra, i grandi amori, il rimpianto per una maternità mancata, crisi e rinascite. Tutto raccontato attraverso le sue immagini più iconiche e quelle del suo archivio privato in esclusiva insieme a testimonianze inedite di chi l’ha conosciuta davvero.
Luchetti ci racconta le due Raffaelle, così uguali e così diverse. Pelloni e Carrà, due facce della medesima medaglia, entrambe simbolo di libertà e di parità tra i sessi negli anni ’70, per poi diventare regine della TV pubblica negli anni ’80 e icone LGBTQ+ negli anni ’90. La docuserie è divisa in tre capitoli che ripercorrono i 60 anni di carriera di un’artista unica, inimitabile, irripetibile, che ha fatto sognare il mondo. Grazie allo strepitoso montaggio di Luca Manes, Chiara Ronchini ed Emanuele Svezia, il docufilm di Luchetti ci mostra l’ascesa di una donna che in pochi anni ha rivoluzionato il costume del Paese, partendo da quell’ombelico scandalosamente mostrato in Canzonissima fino ad arrivare al Tuca Tuca con Enzo Paolo Turchi che fece tremare viale Mazzini. Colleghi di un tempo, amici e parenti raccontano la duplice Raffaella, quella privata e quella pubblica, tra aneddoti e sentiti ringraziamenti. Luchetti costruisce un ritratto complesso e al tempo stesso luminescente, al cospetto di un’innovatrice che ha cambiato spesso identità senza mai tradire i propri desideri e il proprio pubblico.
A poco più di due anni dalla sua scomparsa Raffaella è ancora qui, dentro ognuno di noi, incastonata tra memoria e sentimenti, a fare costantemente, incessantemente, superbamente Rumore. Daniele Luchetti, con questo monumentale progetto nato da migliaia e migliaia di ore materiale, diritti su diritti da far propri e circa 1500 contributi, non ha fatto altro che ricordarcelo, casomai qualcuno se ne fosse dimenticato.
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