La casa di Raffaella Carrà a Roma Nord in via Nemea 21 è in vendita per due milioni e centomila euro. È una prestigiosa agenzia internazionale a curare la vendita dell’immobile, situato nel lussurioso comprensorio “Due Pini“, dotato di piscina, campo da tennis, portineria e servizi di vigilanza h24. A quanto pare, la casa non si vende, eppure qualcosa si muove. Chi è interessato alla vendita, ha smosso nelle ultime ore uffici stampa e comunicazione e così le foto del noto colosso immobiliare tedesco che gestisce compravendite di immobili di lusso sono animatamente tornate in circolo. Nel frattempo, però, Roma non ha ancora intitolato alcuna piazza a Raffaella Carrà. Lungaggini burocratiche? Giubileo del Vaticano che non perdonerebbe una piazza con il nome di una donna così rivoluzionaria per la morale cattolica? Semplice inerzia romana?
A quasi tre anni dalla scomparsa della nostra Regina Suprema, avvenuta in quel doloroso 5 Luglio del 2021 in un’Italia che si svegliava timidamente dalla pandemia, prendiamo un po’ mestamente atto che le mura dove la donna che ci accompagnerà per sempre ha vissuto per molti anni, ospiteranno un giorno nuovi, ricchi e si spera adeguati inquilini.
C’è stato un momento, dopo la scomparsa di Raffa, in cui si era immaginato che la casa di Via Nemea potesse diventare un museo. Persino Arcigay aveva fatto un appello. Ma non è andata così.
Presto, molto presto, ci saranno nuovi inquilini. Ma esistono adeguati proprietari degni di aggirarsi tra i 384 metri quadrati e i 36 metri di terrazzi, appartenuti a Raffaella Carrà?
L’appartamento, situato al primo piano di un edificio di quattro piani, è il risultato architettonico della fusione di più unità abitative, ed è dotata di ampio salone con vetrate panoramiche, una cucina, tre camera da letto, nove bagni, sauna e vasca idromassaggio nella camera matronale, sala guardaroba con area make up e infine una palestra.
Raffaella Carrà nostro arcobaleno
Schegge impazzite di libertà sessuale, quella sensazione di poter essere ciò che siamo. Mai smetteremo di dirti grazie
di Federico Boni
La dipartita a miglior vita della più grande icona LGBTQ italiana di sempre non ha mai smesso di generare lacrime, ricordi e commemorazione. A Carrà la città di Madrid ha dedicato una piazza, poi Sanremo una mostra di abiti, e la Zecca dello Stato alcune monete con la sua effige, quindi Disney una docu-serie sublime, il Donizetti di Bergamo un’opera lirica, Fabio Canino che l’ha sempre omaggiata anche in vita ha riproposto il suo formidabile Fiesta!, e ancora spettacoli, murales, commoventi e adoranti libri, omaggi ai Pride, e una continua, inarrestabile sequela di memorie e omaggi.
Poi c’è Roma, la città dove Raffaella è artisticamente nata e cresciuta, lei bolognese. La città che tanto le ha dato e chissà quanto le ha tolto. La città feroce, cinica e passionale che conosciamo. Roma che, dopo aver annunciato in pompa magna di intitolare presto una piazza a Raffaella Carrà, si è ritirata nella sua dimenticanza. Roma che per ora ha solo messo in vendita la sua casa.
Il mio ricordo è rosso, di un amore che non posso
di Giuliano Federico
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