Migliaia di militari britannici che sono stati cacciati con disonore perché omosessuali potranno riavere indietro le loro medaglie. Questo perché fino al ‘2000 a migliaia di uomini gay e donne lesbiche è stato vietato di prestare servizio nell’esercito britannico. Sembra incredibile, ma il divieto ha resistito fino al nuovo millennio.
Circa 200-250 soldati l’anno sono stati licenziati a “causa” della loro sessualità, con le medaglie puntualmente ritirate, spesso addirittura fisicamente strappate dalla loro uniforme dopo una condanna alla corte marziale. Chi è stato infatti giudicato “colpevole” di essere omosessuale ha spesso scontato anche una pena detentiva.
Il ministro Johnny Mercer ha finalmente dato il lieto annuncio, affrontando così “una storica ingiustizia“. Si è poi detto pronto a dimostrare come l’esercito sia “un luogo positivo in cui lavorare, per tutti coloro che hanno scelto di prestare servizio“, incoraggiando coloro che pensano di essere idonei a presentare domanda.
Gli attivisti LGBT inglesi hanno ovviamente accolto con favore l’annuncio, ma hanno sottolineato la presenza di questioni ancora irrisolte, come la fedina penale ancora non ripulita e i diritti alla pensione andati perduti, che il Ministero della Difesa dovrà ora affrontare.
L’anno scorso Joe Ousalice, 70enne veterano delle Falkland, aveva riavuto la sua medaglia di lungo servizio e buona condotta dal segretario della difesa, Ben Wallace. Medaglia che gli era stata tolta nel 1993, dalla corte marziale. Ousalice, che è bisessuale, aveva prestato servizio per 18 anni come ufficiale delle comunicazioni nella Royal Navy, prima di essere licenziato con l’accusa di omosessualità. Dopo una lunga azione legale, Joe ha vinto un’altra battaglia, obbligando il Ministero della Difesa a scusarsi con lui e a promettere una revisione del problema, oggi presa di petto.
I veterani che sono stati espulsi prima del ‘2000 hanno denunciato in più occasioni di essere stati vittime di indagini segrete, pedinamenti e ripetute molestie da parte della polizia militare, per più e più anni, nel tentativo di dimostrare la loro omosessualità. L’ultimo militare a finire in prigione perché omosessuale è stato David Bonney, riconosciuto colpevole in una corte marziale in Cornovaglia, nel 1993. Bonney era entrato a far parte della RAF all’età di 17 anni, nel 1987, “accettando” la propria omosessualità durante la prima guerra del Golfo. A quel punto, a causa di una copia di Gay Times trovata nella sua stanza, partì un’indagine di due anni, con intercettazioni e pedinamenti, interrogatori ai suoi amici, parenti e collaboratori. La corte marziale lo condannò a sei mesi di prigione, con un mese passato in isolamento. Tutto questo avveniva meno di 30 anni fa, e non 100.
Anche Boris Johnson, premier inglese, ha così voluto celebrare la notizia di oggi: “Coloro che prestano servizio nelle nostre forze armate meritano ogni riconoscimento per il loro servizio. È stata una grande ingiustizia che questo sia stato negato ad alcuni membri, semplicemente a causa della loro sessualità. Accolgo con grande favore il fatto che possiamo ora affrontare questo errore storico“.
Fonte: TheGuardian