“Unioni Civili entro 1000 giorni”. Così il presidente del consiglio Matteo Renzi ha dichiarato durante il discorso che illustrava il suo programma alla Camera dei Deputati (discorso che sarà replicato al Senato nel pomeriggio).
Lo scorso giugno il premier aveva garantito un testo entro la fine di settembre, termine che ormai non sembra più rispettabile. Nel frattempo, un testo che, sostanzialmente, riconosce alle coppie lgbt gli stessi diritti del matrimonio, eccezion fatta per le adozioni, giace alla Commissione Giustizia del Senato ed è stata oggetto di molte polemiche, soprattutto da parte deglialleati dell’Ncd.
Il nuovo termine, dettato oggi da Renzi, sembrerebbe allungare ancora i tempi e non chiarisce se si tratterà di una proposta del governo, come lo stesso premier ha recentemente più volte auspicato, oppure di un testo che nasca dal dibattito parlamentare (ovvero, quello di cui si discute in Commissione Giustizia).
“Per esperienza, diffido dei proclami” ha commentato Imma Battaglia, attivista di lungo corso e consigliera comunale di Sel a Roma. Battaglia, intanto, si augura che le parole di Renzi “facciano pressione su Roma affinché il 25 settembre venga approvato il Registro delle Unioni civili. Siamo vicini alla data: vediamo se possiamo dare fiducia alle parole!”.
“Ci auguriamo che la questione delle unioni gay – aggiunge Fabrizio Marrazzo (GayCenter) – non sia per il presidente del Consiglio cosa da mettere in agenda all’ultimo giorno dei 1000 e che non subisca rinvii oltre quelli che già subisce da decenni”.
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