Parlando alle Nazioni Unite lo scorso 11 dicembre, il cantante portoricano Ricky Martin ha detto che gli piacerebbe poter fare coming out un’altra volta perché "è bello: trovi l’amore". Martin, com’è noto ha fatto coming out nel 2010 e la sua dichiarazione, sebbene non abbia sconvolto i suoi fan più fedeli, gli è costata alcuni socntri con autorità ecclesiastiche o anche laiche che hanno chiesto la sospensine dei suoi concerti in alcuni paesi meno aperti all’esibizione di un cantante dichiaratamente gay, tra cui il suo stesso paese d’origine.
All’Onu, Matin si è detto onorato di essere lì e in mezzo ad altra gente che combatte per la stessa causa: "uguaglianza, amore e giustizia sociale".
"Per molti anni ho vissuto nella paura – ha raccontato – perché mi odiavo essendo cresciuto con la convinzione sbagliata che se sei gay, appartieni all’inferno".
Insieme al cantante portoricano, anche Ban-Ki Moon, segretario generale dell’Onu che ha dicharato: "Gay, lesbiche, bisessuali e transgender hanno gli stessi diritti di tutti gli altri. Anche loro sono nati liberi e uguali. Io sono al loro fianco nella battaglia dei diritti umani. Sono qui per denunciare ancora una volta la violenza e per richiedere una parità vera". Nel mondo, ha denunciato il segretario dell’Onu, ci sono ancora circa ottanta paesi in cui, a vario titolo, l’omosessualità è considerata reato.