RIGA: VIOLENZE CONTRO IL PRIDE

Migliaia di oppositori lanciano uova e assoltano i 150 partecipanti al primo Gay Pride lettone. Intervista a Juris Lavrikovs: "Mi vergogno. E' un giorno triste. Questa società è malata".

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7 min. di lettura

Intervista di Nikolai Alekseev per GayRussia.Ru
Quando ho chiamato Juris Lavrikovs sabato sera le prime parole che ho sentito al telefono sono state: «Sono salvo, sono a casa ora». Juris era sconvolto da quello che era successo durante il primo gay pride in assoluto nella storia del suo paese natale. Non il primo nei territori della ex Unione Sovietica (il primo si è svolto lo scorso anno a Tallin, capitale dell’Estonia) ma decisamente il più violento e intollerante di tutta Europa in termini di reazione pubblica. Niente del genere è mai accaduto nei paesi dell’Unione Europea. Abbiamo deciso di fare a Juris alcune domande sul pride, sulle sue reazioni a quanto accaduto, sui motivi per cui si è verificata una reazione così aggressiva da parte del pubblico e anche sul futuro pride nella capitale russa Mosca che il progetto GayRussia.Ru sta progettando di organizzare. Vogliamo ringraziare Juris per il tempo speso a rispondere alle domande ed esprimere la nostra simpatia per il coraggio dei partecipanti al primo Gay Pride di Riga. Avete fatto un gran bel lavoro, avendo vinto in tribunale contro le autorità omofobe e avete esercitato il diritto umano sancito dalla costituzione e dalla convenzione europea.
Puoi dirci qualcosa sul pride? Cosa è accaduto e quante persone hanno preso parte?
C’erano circa 100 o 150 partecipanti e migliaia di oppositori, molto aggressivi, estremamente omofobi, da tutte le parti, era davvero incredibile. Ma la polizia era molto allertata, ci hanno protetto per tutta la marcia e hanno prevenuto gli attacchi. Ci sono stati tantissimi attacchi, la gente lanciava le uova, alcuni usavano il gas, cercavano di bloccare la marcia. Non credo che nessuno in Europa abbia mai visto niente del genere. Una tale campagna isterica. Poi, quando siamo andati in chiesa per la cerimonia, la polizia ha dovuto sorvegliarci per tutta la messa creando in sostanza un corridoio perché la gente potesse uscire. Hanno chiamato due autobus cittadini per permettere alla gente di lasciare il centro della città, poi le persone hanno preso dei taxi per andare in posti diversi. Anche ora tutti sono molto scioccati.
Quindi la polizia lettone se capisco bene era ben preparata? Hanno contribuito a risolvere il problema?
La polizia ha lavorato veramente bene. Tutta la città vecchia era completamente affollata di poliziotti, erano dappertutto. Hanno fatto un ottimo lavoro. Hanno creato come un muro tra le persone che marciavano e gli oppositori. Ci sono stati alcuni tentativi da parte della gente di bloccare la strada ma la polizia ha sgombrato la via. E abbiamo anche saputo che hanno arrestato sei persone, alcuni per aver lanciato uova sulle persone che marciavano e altri per aver impedito la marcia. Gli oppositori hanno anche usato il gas, come ti ho detto. Due persone sono state arrestate in uniforme nazista (secondo quanto appreso successivamente, si tratta dei leader di due gruppi estremisti nazionalisti, uno lettone e uno russo, nda).
Pensi ancora che sia stato un giorno simbolicamente importante per la Lettonia e per il futuro della comunità gay lettone?
Sai, siamo tutti scioccati, non sappiamo proprio cosa pensare. Era stato annunciato che ci sarebbero state delle resistenze ma nessuno davvero pensava a un tale livello di isteria. C’è anche stata una grande manifestazione molto vicino alla città vecchia per i valori della cosiddetta famiglia tradizionale. E anche alcuni artisti e politici famosi erano lì. Ho parlato a parecchie persone su Gay.Lv, persone che non sanno cosa sia successo. Penso che abbiamo bisogno di un po’ di tempo per digerire quanto accaduto. Perché non è solo un evento di oggi, è stata tutta l’isteria e il gioco politico che c’è stato nell’ultima settimana e mezzo. E’ disgustoso, quello che è accaduto qui è assolutamente disgustoso. E la sola cosa buona è stata la dichiarazione che è venuta solo ieri, vale a dire la sentenza del tribunale. Ma penso che ci sia bisogno di fare qualcosa di davvero serio nella politica e nella legge. La società si mostra davvero malata. So di fatti che accadono in paesi molto omofobici ma un paese che ora è membro dell’Unione Europea, già da oltre un anno, che mostra questo livello altissimo di intolleranza e violenza fisica è assolutamente inaccettabile. Sento che c’è qualcosa di molto sbagliato che sta accadendo qui. Devono essere prese delle misure drastiche. Non so proprio dire cosa potrebbe accadere il prossimo anno perché abbiamo bisogno di tempo per riflettere, è presto per dare giudizi. Tutti ora stanno nascosti a casa a bere alcol per dimenticare.
Cosa ha giocato il ruolo principale nelle motivazioni degli oppositori che hanno dimostrato contro il pride: si tratta di valori tradizionali o di influenze sovietiche?
Siamo tutti storditi, non sappiamo trovare spiegazioni. Potrebbe essere l’unione di questi fattori. Beh, la società non sta bene e la gente si aspettava forse qualcosa di migliore e di più veloce dopo la liberazione, perciò la frustrazione sta crescendo.
Perché c’è stata questo isterismo intorno all’idea del pride? Qual è stato l’atteggiamento della comunità russa su questo evento? Vi hanno preso parte?

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Innanzitutto, perché c’è stata questa reazione isterica? Una delle ragioni è stata certamente la frustrazione causata dall’infelicità della gente per tanti anni, cambiamenti e cambiamenti e nessun impatto significativo di questi sulla vita quotidiana. E quando le persone tengono tanta frustrazione per anni, cercano sempre, anche non consciamente, qualche forma di sollievo alla negatività. E specialmente a causa dei politici che per l’ultima settimana e mezzo hanno espresso posizioni molto omofobe e hanno manovrato la campagna. Penso che sia stato molto facile per la gente dire: ok, sono questi i soli ad essere colpevoli di tutto. Questo è un aspetto. L’altra spiegazione potrebbe essere che la Lettonia ha sofferto molto sotto il governo sovietico in termini di problematiche legate alle etnie. Dopo l’occupazione sovietica la Lettonia aveva circa il 50% delle persone che non erano etnicamente lettoni. Perciò la nazione si sente a rischio per la sua sopravvivenza. Il livello generale di educazione inoltre non è molto alto. E le persone pensano: omosessuali, vengono fuori, vogliono che più persone diventino gay o lesbiche e non nasceranno più bambini lettoni. Ovviamente, sono tutte argomentazioni stupide.
Sai se i russi hanno preso parte e quale sia stata la loro reazione?
C’erano anche molte persone di origine russa che protestavano. Forse è perché la gente in Russia non ha molti anni di democrazia. E tutto il sistema di valori è così diverso da quello della civiltà occidentale. Perciò forse sentendosi parte di quella comunità più che di quella lettone, per loro l’argomento dell’omosessualità è un tabù persino più grande che per i lettoni. Ma penso che in questa occasione siano stati completamente uniti, avevano un gruppo di persone su cui sfogare la loro insoddisfazione.
C’erano anche russi coinvolti nel pride?
Sì tra i partecipanti c’erano sia russi sia lettoni. C’erano persone dai paesi scandinavi, dall’Estonia, c’erano alcuni ragazzi cechi, olandesi. Molti di loro, francesi, spagnoli, avevano saputo dell’evento e alcuni erano venuti per affari sistemando deliberatamente le cose per essere qui per l’evento o erano venuti come turisti. Era decisamente internazionale.
La comunità gay lettone è unita nella lotta per l’eguaglianza o ci sono ancora gruppi distinti che si combattono tra loro?
No, la comunità gay lettone non è affatto unita. Abbiamo fatto una conferenza stamattina e uno dei presenti parlava della politica lettone, dei media e dello sviluppo della comunità gay. Io direi che la Lettonia non ha una comunità gay sviluppata o un gruppo che potrebbe rappresentare i suoi interessi. Non si può paragonare a paesi come la repubblica Ceca o persino la Polonia. Qui siamo molto sottosviluppati. Abbiamo creato la prima organizzazione circa 15 anni fa e all’inizio ha avuto decisamente successo. Perché a quel tempo era formata soprattutto da studenti e io ne ho fatto parte. Poi abbiamo sviluppato le nostre carriere, abbiamo studiato, siamo andati all’estero ma tutto è crollato. E’ un mistero per me capire perché non è nato niente di simile. Comincio a pensare che la Lettonia sia un paese unico, e non in senso positivo. Ora sto seduto qui a parlare con un estone. Ci sono solo 300 chilometri tra Riga e Tallinn. E l’anno scorso lì si è svolto il primo gay pride e non è accaduto niente di simile a questo. C’erano un paio di persone che hanno urlato qualcosa, neanche troppo forte, e tutto è finito. Il sindaco di Tallinn ha detto prima del pride dell’anno scorso che Tallinn è una città aperta, è una città di tolleranza e tutto è andato bene. Non si tratta solo di diritti gay, si tratta di economia. E non capisco cosa succede a questo paese. Mi vergogno di tutto questo. E’ un giorno molto, molto triste.
Comunque avete fatto un ottimo lavoro. Avete vinto il caso in tribunale e avete visti confermati i vostri diritti! Questa è la cosa più importante ora.
Anch’io la penso così. Il 1° di agosto avremo la sentenza completa da parte del tribunale. In questo momento non siamo sicuri di che tipo di argomentazioni hanno fatto. La città ha commesso alcuni errori amministrativi ma speriamo che la sentenza riconosca comunque alcuni diritti fondamentali. Perché era contro la costituzione, era una discriminazione e così via.
Qual è l’atteggiamento della presidente lettone a tutti gli eventi che riguardano il pride?
Al momento è in vacanza. Ma ieri nel principale quotidiano, che è molto equilibrato, c’era una breve citazione sua che era molto a nostro sostegno. Fondamentalmente la Presidente diceva che il valore della dignità umana non dipende dalla razza, dalla nazionalità o dall’orientamento sessuale. E che l’orientamento sessuale non si riflette sulla stabilità della gente. Quindi era una posizione molto equilibrata. E ora in Tv c’è stata la prima reazione da parte del ministro degli esteri che dice che è scandaloso quello che è accaduto nel paese e che dobbiamo fare molto lavoro in questo paese, inclusi alcuni cambiamenti legislativi. Forse ne nascerà qualcosa.
Stiamo progettando di organizzare il primo gay pride in Russia a Mosca l’anno prossimo a maggio o giugno. Sareste interessati a partecipare?
Penso che molti lo sarebbero! Ma dopo quello che è successo qui a Riga molti penseranno innanzitutto: è sicuro? Dovreste occuparvi della sicurezza. Qui la polizia ha capito che le minacce erano molto serie e per questo abbiamo avuto centinaia di poliziotti dappertutto nella città vecchia. La cosa buona di Mosca è che è una grande città, non è paragonabile a Riga, avete milioni di persone, il numero di persone pronte a venir fuori è molto più alto. Ma in un paese relativamente piccolo come la Lettonia è molto più difficile. E penso che molte persone che avevano inizialmente deciso di venir fuori hanno deciso ora di non farlo fondamentalmente perché hanno paura.
Quindi è stata la paura il fattore per cui così tanti gay e lesbiche hanno deciso di non partecipare all’evento?
Certamente. Su parecchi siti gay lettoni c’era un sondaggio: parteciperai al pride? E ciascuno indicava che ci sarebbero state almeno 200 persone. Ma realisticamente molti hanno deciso di non rischiare.
Tu lavori come responsabile della informazione e della comunicazione per ILGA-Europe. Il progetto GayRussia.Ru vorrebbe spingere la candidatura di Mosca per la conferenza del 2007. Che possibilità credi che ci siano?
Al momento è difficile dirlo perché anche Vilnus sta preparando un dossier per il 2007. Ma se preparate una buona presentazione e fornite informazioni sui finanziamenti per l’evento, perché no? Bisogna vedere come l’ILGA possa cofinanziare l’evento perché la Russia non è nell’Unione Europea e la maggior parte dei soldi per la conferenza vengono dall’UE.
Juris, grazie mille per il tuo tempo e per tenerci informati sugli sviluppi futuri. Siamo sempre pronti a collaborare con te.
Intervista di Nikolai Alekseev per GayRussia.Ru
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