Il Pride di San Pietroburgo è stato nuovamente segnato dalle violenze e dalla conclamata omofobia russa.
Circa 60 attivisti LGBT si sono coraggiosamente riuniti in pieno centro a San Pietroburgo, nel pomeriggio di sabato, con l’intenzione di dare comunque vita all’annuale Pride, puntualmente non autorizzato dalle autorità
Secondo quanto riportato da Reuters, la polizia è arrivata in massa sul posto, arrestando qualsiasi attivista che sventolasse bandiere arcobaleno o cartelli, trascinando tutti su un pullman. Circa 30 gli attivisti fermati e portati dietro le sbarre. Aleksei Nazarov, tra gli attivisti fermati, ha confermato come ‘tutti siano stati portati in stazione’. Sobi, altro attivista presente alla manifestazione, ha dichiarato ad Euronews: “Sono molto stanco di essere discriminato e dell’idea che non possa uscire per dire che mi dispiace. Il mio Paese non vuole sentirlo. Mi sento male, ma a loro non importa. “
5 anni fa la Russia ha approvato una legge che vieta la promozione della “propaganda gay”, rendendo di fatto illegale qualsiasi manifestazione LGBT.
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