FORLÌ. Qual è il prezzo per chiudere un occhio sulla teoria gender? “40.000 euro” sembra rispondere l’assessora per la Lega alle Pari Opportunità Andrea Cintorino.
39.963 euro con esattezza. Contributi regionali arrivati al Comune di Forlì “per attività rivolte alla promozione e al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere”.
La provincia è un ottimo laboratorio per comprendere l’italico pensiero. Le grandi metropoli sono spesso caotiche, si dipingono come inclusive e progressiste per vendersi al pubblico internazionale; i piccoli paesi invece sono abbandonati a sé stessi da centinaia d’anni: quindi spetta alle piccole e medie città darci tutto il senso di quello che – ancora oggi – è l’italiano.
Loro, quella massa informe di cittadini e cittadine che passano la vita a crogiolarsi in un unico pensiero, senza confronto, senza scambio di idee; una miriade di pacche sulla spalla nell’illusione di aver trovato la verità ultima, che tutto sia unilaterale, monodimensionale. Ecco, l’italico pensiero, che appartiene a tutti, da Milano a Aci Castello, ma che in una città come Forlì si manifesta ogni giorno come la Madonna con Paolo Brosio.
Tutti sicuri di quello che sono, di cosa rappresentano, d’essere d’un pezzo, senza ombre… ma vuoi rifiutare 40.000€ dalla Regione? Per quelli divento la nuova Judith Butler romagnola, altro che teoria gender.
Lo scontro, ironia della sorte, in questo caso è tra la sopracitata assessora Andrea Cintorino e Simone Ortolani della Onlus Pro Vita & Famiglia. Per loro due sarà come guardarsi allo specchio e imprecare verso sé stessi. La prima, sulla linea del secondo, nel 2019 aveva affermato: “Noi pensiamo che il modello familiare con padre, madre e figli sia una verità antropologica e non uno ‘stereotipo’ e non condividiamo le teorie relativiste. Questa amministrazione aderisce, in coerenza con il programma elettorale, a un modello di famiglia tradizionale”.
Dichiarazione fatta mentre inviava ai suoi colleghi un’istruttoria per bloccare uno dei progetti di contrasto alla violenza legata al genere e all’orientamento sessuale approvati dalla precedente giunta di centrosinistra. Solo uno dei tanti passi indietro fatto negli ultimi anni dal Comune di Forlì, dove a dominare sono Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Popolo della Famiglia.
“Non condividiamo la teoria gender, ma non potevamo rifiutare un contributo da 40mila euro”
Ha dichiarato Cintorino rispondendo alla critiche sul progetto che secondo ‘Pro Vita & Famiglia‘ sarebbe teso a divulgare la ”Teoria Gender”.
“Ho risposto oggi alla mail di Simone Ortolani della Onlus Pro Vita & Famiglia, ma è da tempo che sui suoi contenuti ho avviato una profonda riflessione. Vista dall’esterno la vicenda citata da Ortolani può essere interpretata in modo non conforme alla realtà dei fatti, che sono questi: il Comune ha ricevuto 39.963 euro di contributi regionali ‘per attività rivolte alla promozione e al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere’.” sottolinea in una nota l’Assessora. “La declaratoria del provvedimento regionale riguarda anche i temi che attengono all’orientamento sessuale’ e all’identità di genere’. Pur non condividendo la cultura ‘gender’ soprattutto se fatta penetrare surrettiziamente nelle scuole per ‘indottrinare’ i più giovani, come amministrazione pubblica non avremmo potuto rinunciare a un contributo di tale entità senza attirarci critiche pur ingiuste e pretestuose, né avremmo potuto imporre alle scuole le tematiche dei progetti da realizzare”.
Questa puntualizzazione è arrivata dopo che il referente regionale di Pro Vita & Famiglia Onlus, Simone Ortolani, aveva postato su Facebook:
“Profondo stupore e perplessità. Chiediamo chiarimenti all’assessore Andrea Cintorino. E’ opportuno cercare di capire se questo contributo sia indirizzato allo sviluppo e alla promozione di iniziative per promuovere una reale opposizione a forme di violenza, sempre inaccettabili nei confronti di tutte le categorie di cittadini, oppure se ci troviamo di fronte all’ipotesi dell’uso di risorse pubbliche per la promozione dell’ideologia Lgbtq+, eventualmente anche all’interno del contesto scolastico”
Nel mentre i 40mila euro sono stati incassati, l’incubo della teoria gender sconquassa l’intera Romagna e a noi non resta – come sempre – che rendere tutto un meme o sprofondare nella più acuta desolazione.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.