Per quanto dovremo accettare che un sindaco può svegliarsi al mattino e insultarci a nome del comune con le balle sul gender?
A Prevalle, comune adagiato tra Brescia e il Garda, il sindaco ha colpito ancora: Amilcare Ziglioli, esponente manco a dirlo della Lega, si è nuovamente concesso il lusso di imbrattare la bacheca elettronica comunale posta all’ingresso del paese con messaggi ‘no gender’.
L’occasione stavolta gliel’ha data la recente Festa del Papà, che il primo cittadino ha deciso di celebrare con dei sobri ed eleganti messaggi: “19 marzo Festa del Papà e non del GENITORE 1 o GENITORE 2”. Da notare l’uso del maiuscolo, come dire che in fondo dei padri gliene frega il giusto.
Non è il primo esponente leghista avvezzo a queste ‘imprese’, potendo contare anche sull’illustre compagnia dell’ex governatore della Lombardia Roberto Maroni.
Per questo sindaco però il gender è una vera ossessione, in un comune che evidentemente deve essere assediato da eserciti di sobillatori sodomiti, dato che già in precedenza Ziglioli si era segnalato per aver scritto “amministrazione no-gender” e aver inaugurato l’utilissimo sportello anti-gender.
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Siete proprio dei geni. Nessuno del movimento gay vuole l'espressione "genitore 1" e "genitore 2", e con la vostra scelta di bollare la scritta come omofoba state dando proprio ragione ai "no-gender". Vogliamo il matrimonio egualitario, quindi l'espressione "matrimonio" deve rimanere, deve estendersi anche alle coppie gay, no? Bene perché non dovrebbe esserlo anche le parole madre e padre. In una coppia gay con figli ci saranno due padri o due madri, non un "genitore 1" e un "genitore 2", che sanno solo di burocratese e impersonale.