“Sodomia ed estinzione della specie”, integralisti cattolici all’attacco del REmilia Pride

Invocato lo "scandalo" del Roma Pride. Il botta e risposta con l'Arcigay Gioconda.

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remilia pride comitato scopelli
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Reggio Emilia si prepara ad ospitare la tanto attesa seconda edizione del REmilia Pride 2023, ma le tensioni sono palpabili a causa di un acceso confronto tra un gruppo di integralisti cattolici e Arcigay Gioconda, prima promotrice dell’evento, presieduta da Alberto Nicolini.

Il Comitato Beata Giovanna Scopelli, noto per le sue posizioni tradizionaliste, ha in programma una messa riparatrice e un convegno da tenersi il giorno prima del Pride, il 24 maggio, come reazione alle celebrazioni in programma.

Il caso

Gli spettacoli indegni che ha riservato il Roma Pride hanno confermato ancora una volta la natura del movimento che sta alla base di questi eventi, provando come tutto il dibattito sulle sponsorizzazioni pubbliche ai “Pride” sia surreale: in un Paese civile esibizioni del genere semplicemente non dovrebbero avere luogo. Anche per queste si riparerà a Reggio Emilia il 24 giugno”.

Com’era già accaduto nel 2017, il 24 giugno, presso l’Hotel Posta di Reggio Emilia, il Comitato Scopelli terrà quindi un “seminario di formazione”, titolato “Negare Dio, negare l’uomo”, organizzato da una coalizione di personalità critiche nei confronti della comunità.

Il seminario, che promette di “fornire un punto di vista alternativo rispetto al Pride”, vedrà la partecipazione di Cristiano Lugli, Alessandro Corsini, il magistrato Giacomo Rocchi, la giornalista Cristina Gauri e il Reverendo don Gabriele D’Avino della Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX). La scelta dei relatori solleva però diversi dubbi sulla validità e l’equilibrio delle opinioni rappresentate.

La denominazione stessa dell’evento, suscita (neanche troppi) interrogativi su quali prospettive saranno effettivamente presentate. Il titolo suggerisce naturalmente una posizione preconcetta e un atteggiamento critico nei confronti dei valori promossi dal movimento Pride, lasciando poco spazio a un dialogo costruttivo e inclusivo.

Inoltre, la partecipazione del Reverendo don Gabriele D’Avino della Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX) solleva preoccupazioni in termini di inclusione e tolleranza. La FSSPX è una fraternità sacerdotale che ha spesso espresso posizioni conservatrici e tradizionaliste sulla sessualità e ha sollevato controversie riguardo alle sue posizioni sulla comunità LGBTQIA+ e su altri temi sociali.

Senza contare il secondo evento in calendario per il 24 giugno, ovvero la Messa di riparazione per il “gay pride reggiano e tutti i peccati, che riflette un equivocabile un atteggiamento di giudizio e condanna, piuttosto che genuina e disinteressata bontà cristiana.

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Alberto Nicolini

 

Arcigay risponde, si accende la polemica

La mescolanza di un evento religioso con una critica diretta verso un movimento di emancipazione rischia di perpetuare pregiudizi e divisioni, invece di favorire un dialogo costruttivo e un’evoluzione sociale. Da qui, la risposta di Nicolini, di Arcigay Gioconda.

Sappiamo che gli integralisti cattolici vorrebbero fare un convegno e annessa messa riparatoria per ‘i nostri peccati’ ma il vero peccato è per loro: lo faranno lo stesso giorno del concerto per sostenere la Romagna. Un poco di schadenfreude possiamo concedercela anche noi”.

Nicolini ha sottolineato l’importanza del REmilia Pride come evento di celebrazione, inclusione e lotta per i diritti delle persone LGBTQIA+. Ha evidenziato che l’obiettivo principale del Pride è promuovere il rispetto, la diversità e la parità, e ha invitato la comunità a partecipare in modo pacifico ed educato.

La risposta del Comitato Scopelli non si è però fatta attendere. In un recente comunicato, gli integralisti hanno ribattuto:

Nel leggere le dichiarazioni del presidente Arcigay Gioconda di Reggio Emilia non può passare inosservato il solito qualunquismo attraverso il quale ci si riempie la bocca di termini e considerazioni tanto prevedibili quanto banali”.

Aggiungendo peraltro ignobili – e francamente deliranti – attacchi verso la comunità LGBTQIA+.

Se all’interno di alcune delle famiglie che parteciperanno alla Riparazione del 24 giugno per lo scandalo pubblico del cosiddetto Gay Pride, ci sarà mai qualche figlio con tendenze omosessuali, sarà semplicemente indirizzato su quello che ogni cattolico – anche etero – dovrebbe fare: praticare la castità. Oltre a questo, gli sarà spiegato che la sodomia, oltre a essere un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, è contro la natura stessa, poiché incapace di generare vita e quindi propensa ell’estinzione stessa della società”.

Insomma, non si doveva porgere l’altra guancia? Noi, che non siamo soggetti a tale scrupolo, tuttavia, scegliamo di lasciare l’ultima parola a Nicolini.

Alla luce di queste dichiarazioni ci teniamo a sottolineare due cose. La prima è che ogni persona è libera di vivere la propria sessualità come crede, ma imporre la castità non è solo violenza, ma quello sì, un atto contro natura, letteralmente. La seconda è rivolta direttamente alle figlie e i figli di chi partecipa a questi eventi: la comunità LGBTQI+ è sempre pronta ad accogliervi, proteggervi ed aiutarvi anche se la vostra famiglia non vi capisce. Anche perché esistono ancora questi mondi retrogradi e piccoli ma che sembrano dettare la linea al governo Meloni, chiediamo di venire al REmilia Pride e a tutti i Pride di quest’anno: la nostra visibilità colorata li cancellerà!“.

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