49enne presidente del governo spagnolo nonché segretario del Partito Socialista Operaio, Pedro Sánchez ha annunciato che verrà allargato il diritto alla riproduzione assistita a donne single, lesbiche e transessuali. Al monento in Spagna ci sono differenze tra regioni, perché in alcune comunità autonome la riproduzione assistita è garantita solo alle donne eterosessuali. Ora Sánchez vuole intervenire per rendere uniforme la legge sulla fecondazione assistita.
Dal palco del 40° congresso socialista, il premier spagnolo ha ufficializzato anche l’intenzione di ‘cancellare’ la prostituzione entro la fine della legislatura, nel 2023, con una legge ad hoc che andrebbe a punire i clienti e a perseguire penalmente tutte le forme di prostituzione. “Questo è il cammino per mettere fine alla maggior espressione di violazione dei diritti umani delle donne e delle bambine nel mondo”. “Una legge sulla tratta che, attraverso politiche pubbliche, preveda una soluzione per le vittime della tratta e in contesti di prostituzione”.
Negli ultimi 30 anni la Spagna ha fatto passi enormi, sul fronte dei diritti LGBT, dopo aver chiuso la pagina nera del franchismo. Nel 1994 ha abbracciato le unioni civili, mentre nel 2005 José Luis Rodríguez Zapatero legalizzò il matrimonio egualitario. Da allora è consentita anche l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso, mentre la legge sulla fecondazione assistita è stata modificata nel 2006: i bambini nati all’interno di un matrimonio omosessuale tra donne da in un trattamento di fecondazione in vitro possono essere legalmente riconosciuti anche dalla madre non biologica. La legge contro l’omotransfobia esiste dal 1998. È invece ancora vietata, come in Italia, la gestazione per altri.
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