Stefania Giannini, la ministra dell’Istruzione, dice addio alla “Strategia nazionale di contrasto alla discriminazione delle persone lesbiche, gay bisessuali e trans” dell’Unar. Le attività previste in quest’ambito sono state cancellate proprio su richiesta e iniziativa del MIUR. A denunciare l’accaduto è il circolo Mario Mieli di Roma che insieme ad altre associazioni LGBT era coinvolto nelle attività previste dalla Strategia in ambito educativo.
LA DENUNCIA DEL MIELI
“Nel corso di un incontro in calendario ieri presso una sede della Presidenza del Consiglio – si legge in una nota del circolo romano -, abbiamo appreso con sconcerto che tutte le azioni originariamente previste in quest’ambito sono state cancellate su richiesta e iniziativa del Ministero dell’istruzione”.
“In particolare i momenti di formazione dei dirigenti scolastici sui temi del bullismo omofobico e transfobico verrebbero eliminati in favore di non meglio precisati interventi contro tutte le discriminazioni che devono essere ancora persino immaginati”, denuncia l’associazione.
“Soltanto un anno fa, la Ministra Stefania Giannini in persona, incontrando alcune delle Associazioni lgbt, si era personalmente e politicamente impegnata a portare a termine le azioni previste dal piano messo in campo dall’UNAR e dalla Ready, con la nostra collaborazione, sospese a seguito del cambio di Governo – spiega Andrea Maccarrone, Presidente del Circolo Mario Mieli -. Da allora, dopo aver eliminato proprio il contribuito delle nostre realtà associative da quel percorso, nessun impegno è stato in verità mantenuto, a cominciare da quello di istituire un vero tavolo formale di consultazione su questi temi presso il Ministero”.
“UN PESSIMO SEGNALE”
Questo ulteriore stop è per Maccarrone “una decisione gravissima e un pessimo segnale alla luce del preoccupante fenomeno del bullismo omofobico e degli impegni che il Governo aveva assunto con il Consiglio d’Europa per il contrasto alle discriminazioni verso le persone lgbt”. Una vicenda che ricorda l’alt imposto ai Libretti dell’Istituto Beck, arrivato dopo le pressioni delle associazioni integraliste cattoliche sul Ministero. “Di fatto il Governo si è piegato alle pressioni proprio dei gruppi integralisti e omofobi – denuncia ancora Maccarrone – che, attraverso una intensa campagna di propaganda e di disinformazione, si oppongono con forza a qualsiasi intervento di informazione corretta sui temi dell’omosessualità e transessualità nelle scuole. Una politica miope che lascia soli migliaia e migliaia di studenti lgbt, insegnanti, scuole e Associazioni che coraggiosamente
intendono portare avanti interventi di reale informazione di contrasto al bullismo tenendo testa a una pressione sempre più forte e aggressiva. La Ministra Giannini ha perso ai nostri occhi di ogni credibilità e allontana l’Italia dall’Europa del rispetto e dei diritti”.
ARCIGAY, AGEDO, ARCILESBICA E LE ALTRE: “LA MINISTRA RENDA CONTO AL PARLAMENTO”
Alla denuncia del Mieli si associano anche Agedo, Arcigay, ArciLesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Gay center e Mit. All’incontro previsto alla Presidenza del Consiglio, raccontano le associazioni, il Miur non si è proprio presentato. “Delle 17 misure previste dall’Asse Educazione e Istruzione – spiegano i portavoce delle associazioni LGBT – in sostanza è stata attuata concretamente e parzialmente una sola (il corso di formazione per le figure apicali tenutosi il 26 e 27 novembre 2014, dove tra 41
partecipanti vi era un solo direttore di un Ufficio Scolastico Regionale), tutto il resto è rimasto sulla carta”. “Quel poco che a fatica si è ottenuto – proseguono – (un breve riferimento nelle Linee di orientamento sul bullismo omofobico, la circolare per il 17 maggio e il bando ancora sospeso per le progettualità previste per la settimana contro la violenza), non può certo essere ascritto alla Strategia Nazionale e comunque non è nulla rispetto al diffuso e grave fenomeno del bullismo omofobico presente nelle scuole italiane. Di tutto questo ci auguriamo che il Parlamento voglia chiedere conto alla Ministra, richiamandola al suo dovere e agli impegni presi”.
Ma non è tutto. La denuncia del Mieli va oltre e arriva alla presentazione, fatta ieri in Senato, del portale creato con la collaborazione dell’Unar e che dovrebbe portare sul web contenuti importanti per le persone lgbt, a proposito di orientamento sessuale e identità di genere.
Una presentazione in pompa magna, se non fosse che il portale, ancora non è online “per stessa ammissione dell’onorevole Martelli, per non meglio precisati intoppi burocratici”. “Solo perché incalzata, la delegata di Renzi – fanno sapere ancora dal Mieli – si è impegnata a dare la luce al Portale entro una settimana. Ma lontano dall’ufficialità chi ha collaborato alla sua realizzazione ammette che il sito era pronto da mesi ed è stato fino a oggi bloccato solo per la mancanza di un assenso politico”.
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