Ci sono uomini che amiamo come amici, come fratelli eppure non vanno con gli uomini.
Sono i nostri amici fin dalla prima adolescenza, quelli che sei orgoglioso di avere al tuo fianco perché sai che non ti tradiranno mai quando tu cominci a capire -e loro con te- che tu sei "gay". Semplicemente, sono diversi tanto e quanto te, solo in modo diverso. Poi crescendo diventano un po’ star, certe volte sono anche più sfacciati di te… e alle donne piacciono. Donne che di solito sono anche le tue amiche, e tu trovi "favolose".
Bene, eccoci qui a presentare il nuovo disco dei Suede, la storica e inesauribile band capitanata da Brett Anderson, la tremenda. Di una cultura delle diversità che si uniscono Suede è la colonna sonora ideale.
Ogni tanto nelle interviste le chiedono se è gay, etero o bisex , boh! Una volta Brett ha detto che bastava che nel gruppo lo fosse il batterista.
Voglio dire… il batterista! Quello che negli altri gruppi è un po’ il gorilla pestaduro… qui è gay.
E’ semplicemente leader di un gruppo che ha un appeal tutto suo: quello delle "checche formato etero". La diversità non è questione di orientamento sessuale: semmai l’ambiguità è motore di un lavoro sullo stile.
Brett Anderson è una splendida personificazione d’una stirpe gloriosa: "la" Bowie, "la" Marca Bolan, "la" Bryan Ferry, "la" Brian Eno e quant’altro la nostra fantasia ci aiuta a ricordare. Le prime avvisaglie, la nostra zattera (e zatteroni) di salvataggio negli anni ’70 e ’80 prima che l’omosessualità fosse cantata apertamente, e arrivassero sul palco le regine vere, Marc Almond, Pete Burns dei Dead or Alive, Boy George, Jimmy Sommerville. E contemporanei a loro, i Suede.
Il nuovo lavoro dei Suede si chiama "A New Morning" ed è come se Brett c’invitasse nella loro casa nuova, appena rifatta e messa in ordine per ricevere ospiti. Una casa rock, chitarre che suonano, tende che volano, luminosa e piena di buona energia.
I Suede detestano rilasciare interviste (hanno ragione, quanti orango-tango tra i giornalisti!), ma non è un problema. Basta vedere le foto di questo periodo per capire il cambiamento in atto: è un gruppo rilassato, che vive in modo molto elegante la maturità artistica.
Sempre un po’ flamboyant, un po’ bohemien, ma è come se avessero smesso con le pasticche e iniziato con le vitamine, magari facendo un po’ di palestra. Colori e immagini positivi, brani tutti originali, a differenza di chi oggi vive facendo canzoni cover o un solo pezzo bello in un album.
E’ l’ennesimo grido di battaglia dell’intelligenza.
Nel disco, "Positively" è stata ispirata da "Il favoloso mondo di Amelie" (…il piacere di trovare la felicità nelle piccole cose della vita…), "Lost in TV" racconta di come uno spettatore sappia vedere attraverso il video le crepe di una celebrità televisiva; altre canzoni sono evocative, trip fin dal titolo come "Beautiful Loser", "Astrogirl" che si mixa idealmente a "Cocktail d’amore" versione Amanda Lear.
E’ un album influenzato dalla letteratura: Bret Easton Ellis, Leonard Cohen e la letteratura francese, in particolare il controverso Michel Houllebecq. In ballate meravigliose, malinconiche e inesorabilmente eleganti.
I testi sono scritti nella perfetta tradizione Suede con attenzione all’evocazione che nasce dal suono delle parole. Dice Brett, ad esempio: "Abuso della parola "she" perché è splendida, onomatopeica, un modo perfetto per descrivere una forte e potente energia sessuale. La mia più grande ispirazione per comporre sono state le donne (…) Anche l’immagine androgina del primo periodo della band era un omaggio alle donne che trovo ispiratrici, che siano amiche o no. Anche quando le descrivo apparentemente senza potere e forza, il mio punto di vista è simpatetico con loro".
Sweetie, ma questo è stile gay classico, luci di Hollywood e debolezza degli animi umani.
Da un’intervista recentemente comparsa sul magazine I-D, dicevano che avere una "reputazione glam", o avere le pluripremiate copertine dei dischi disegnate da star del graphic design come Pete Saville o Nick Knight, non è moda, è stile. E in effetti "l’anti fashion cioè fashion" – o certo lusso della povertà, l’hanno anticipato loro. Come diceva Joe Orton il commediografo gay idolo di Brett "I vestiti di poco prezzi mi stanno bene perché vengo dalla fogna")
"L’unico collegamento che i Suede hanno col glamour è che ho sempre voluto dire alla gente che la vita di ognuno può essere speciale, indipendentemente dalle circostanze pratiche. Suede parla della vita, vissuta come fosse un pezzo di cinema. Con un certo senso della fantasia, dell’edonismo, dell’immaginazione. DI GENTE SEMPLICE CHE SI ACCETTA IN QUANTO SPECIALE":
Thank you, boys. Praticamente, è quello che, molto semplicemente, ha dovuto fare ciascuno di noi gay o lesbiche nell’indifferenza o nell’ignoranza dominanti: tirandosi su le maniche con stile.
di Paolo Rumi
© Riproduzione Riservata