Marocco: basta al commercio e alla produzione di burqa.
Marocco, paese a stragrande maggioranza sunnita, dichiara guerra al burqa. Il ministero dell’Interno a Rabat ha emanato un provvedimento entrato in vigore il 9 gennaio che recita: “È fatto divieto di produrre e vendere burqa e siete invitati a sbarazzarvi delle scorte nelle prossime 48 ore. Chi contravviene vedrà sequestrate le merci e chiuso il negozio“.
La disposizione arriva probabilmente per motivi di sicurezza: troppo spesso infatti i malviventi usano il coercitivo capo d’abbigliamento per nascondere il volto durante rappresaglie e azioni criminose. Per il momento non c’è alcun divieto di indossare il capo e l’ordine è esteso a produttori, commercianti e rivenditori.
Il provvedimento si inserisce in un clima di controllo estremo delle attività cittadine: la misura si somma al controllo serrato delle attività dei religiosi in tutte le moschee marocchine, tanto che il contenuto di ogni sermone del venerdì viene revisionato da ispettori reali prima di essere autorizzato. Non mancano le polemiche: l’Observatoire du Nord des Droits de l’Homme (ONDH) sostiene che “la decisione del ministero degli Interni è da considerare illegale e nulla perché non si basa su alcun testo giuridico” poiché “viola i diritti delle donne di esprimersi e vestirsi liberamente“.
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