La città israeliana, da tempo indicata come una delle capitali gay, ha celebrato il Pride. In 200mila hanno sfilato per le strade di Tel Aviv.
Il Pride a Tel Aviv è uno dei momenti più importanti dell’anno, per una città che ha fatto del turismo gay e dell’accoglienza la sua bandiera e la sua fortuna economica.
Centinaia di migliaia di persone LGBT si sono riversate nelle strade di Tel Aviv per il corteo, a cui poi seguono i vari eventi e dj set sulla spiaggia e nei locali attigui. La parata di quest’anno è stata dedicata in particolare alla visibilità delle persone bisessuali, con il claim “Let it B“.
Durante il Pride però alcuni attivisti dei diritti del popolo palestinese hanno bloccato la parata per manifestare contro il governo israeliano con i cartelli: “Non c’è orgoglio nell’occupazione“. La polizia ha immediatamente allontanato i manifestanti.
La protesta voleva rilanciare le accuse di pinkwashing verso Israele, che mostrerebbe sensibilità verso le tematiche LGBT per mascherare le vessazioni del popolo Palestinese la violazione dei loro diritti.
Tanya Rubinstein, attivista queer e Coordinatrice Generale delle Donne per la Pace ha spiegato così l’azione del gruppo: “Siamo venute al Pride di Tel Aviv che il governo israeliano usa per nascondere i crimini dell’occupazione in modo da ricordare che la lotta della comunità LGBT è solo un pezzo di una lotta più grande per la libertà e i diritti umani. Non possiamo separarla dalla lotta contro l’occupazione e la segregazione del popolo Palestinese”.
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i diritti del " popolo palestinese " che discrimina perseguita e ammazza i gay !