TikTok è ormai diventato uno dei più interessanti osservatori sociali sulla piazza: grazie ai suoi contenuti autentici, genuini e – a tratti – demenziali, la Generazione Zeta sta piao piano sdoganando tantissimi tabù e norme sociali trovando terreno comune su diversi argomenti che fino a qualche anno fa non ci saremmo mai neanche sognati di trattare.
Uno di questi, è sicuramente il fenomeno delle cosiddette “pickme”. Secondo la definizione canonica, la pickme è quella ragazza – perché il trend si concentra principalmente sul mondo femminile – che “ricerca la validazione maschile screditando – direttamente o indirettamente – le altre donne”.
Chi è una pickme secondo TikTok?
La pickme si troverà di solito a sminuire gli interessi “da donna”, cercherà di distinguersi a tutti i costi in un tentativo quasi comico di farsi bella agli occhi dell’uomo medio, andando di fatto a soddisfare la fantasia patriarcale di alcuni uomini che vedono la controparte come un “oggetto del desiderio”, e non come un essere umano dotato d’idee, sentimenti e sfaccettature.
Se il pickmeismo solitamente comprende tutta una serie di atteggiamenti diversi, un esempio è lo slut-shaming verso le altre donne, il definire il genere femminile “debole e troppo emotivo”, e l’autopromuoversi come quella donna “chill”, che preferisce avere solo amici maschi perché le altre sono “fastidiose e frivole”.
Vediamo questa pantomima spesso anche in film e serie TV. Tipicamente, il protagonista maschile andrà a definire la donzella di turno “diversa dalle altre” come se questo fosse un complimento, puntando invece a screditare l’intero concetto di femminilità come frivolo e superficiale.
In questi ultimi due anni, TikTok ha snocciolato il fenomeno delle pickme con il suo classico piglio divertente e demenziale, con sketch che andavano a delineare le caratteristiche chiave di questa categoria di donne, aggiudicandosi il consenso e il favore del pubblico.
Tuttavia, il fenomeno delle pickme potrebbe avere radici e ramificazioni più profonde di quanto pensiamo, e ci parla di una misoginia interiorizzata tra le stesse donne – alcune giovanissime, altre meno – che esse non riescono ancora ad affrontare a lasciare andare.
Perché una donna dovrebbe rifiutare e sminuire il suo intero genere per ottenere briciole di validazione maschile, prendendo le distanze dall’archetipo femminile?
La conclusione ovvia, seppur desolante, è che è la società stessa a perpetrare l’idea che ci sia qualcosa di sbagliato negli interessi definiti “femminili”, e in tutto ciò che ricorda – a causa di dogmi societari incomprensibili – le donne.
Anche perché, se chiederai a chiunque, tutte abbiamo avuto una nostra fase pickme almeno una volta nella vita. Un’idea che nasce dal voler trovare la propria unicità e sfocia nel rientrare in realtà in canoni diametralmente opposti per essere “diverse” dalla massa a tutti i costi, a costo di screditare altre persone per i loro “interessi blandi”.
Quindi, questo atteggiamento adolescenziale che però riscontriamo anche in persone adulte non è qualcosa di raro, anzi. Colpevole, oltre alla misoginia interiorizzata, è anche un sottotesto proveniente probabilmente da un ambiente in cui l’approvazione maschile ha un valore esagerato, e il non ottenerla genera insicurezza. L’Italia ne è un ottimo esempio.
Così, proprio come il fine giustifica i mezzi, la pickme non si farà scrupoli a pestare i piedi a chiunque pur di guadagnarsi quell’approvazione che magari è mancata da altre parti. E in tantissimi sono d’accordo che – sebbene l’atteggiamento sia estremamente fastidioso – si tratta di una fase facilmente superabile con un po’ d’introspezione.
@camillaspinellii 🤜🏻👩🏻🤜🏻👩🏻 #perte #neiperte #pickmegirl #ironia #pickme ♬ suono originale – Camilla💙
La questione pickme: è giusto prendersela sempre con le donne?
TikTok ci ha mostrato in maniera del tutto naturale, tuttavia, che se il tentativo iniziale degli sketch era quello di scoraggiare un atteggiamento dannoso, oggi è diventata una vera e propria caccia alle streghe, con l’appellativo pickme che ormai viene utilizzato per sminuire qualsiasi atteggiamento che possa anche solo lontanamente attrarre l’attenzione maschile.
Nello scrutinare con attenzione la personalità e i comportamenti delle sue pari, una donna che etichetta chiunque non la pensi come lei come pickme, diventa lei stessa colei che pretende di ergersi sulle altre donne in un modo o nell’altro.
Andando quindi a cadere nello stesso tranello teso per mettere il genere femminile in guerra interna, ed evitare una coesione che molti vedono come pericolosa.
Il pickmeismo è quindi un circolo vizioso di atteggiamenti tossici che, in un modo o nell’altro, finisce con il ferire il mondo femminile. Invece, bisognerebbe concentrarsi sul perché esso esista, e su chi lo sta davvero incoraggiando.
Perché se esiste un trend di donne che si costringono a snaturarsi per adattarsi a un’immagine desiderabile, qualcuno quell’immagine la desidera, ovvero l’uomo che detiene – consciamente o inconsciamente – degli ideali misogini.
Una misoginia che chiede alle donne di diventare bersagli facili e passivi, di assimilare la personalità del partner e di non avere troppe amiche che potrebbero – un domani – aiutarle a scoppiare la bolla. Ma soprattutto, di tenere a bada un lato femminile incomprensibile e problematico per tantissimi uomini.
Quindi, continuare a puntare il dito su coloro che cadono vittime di questa trappola potrebbe essere la strada più facile, ma non la più fruttuosa sul lungo periodo, perché gioca sullo stesso atteggiamento negativo che vuole eradicare.
Alla fine, l’unico modo per eliminare il fenomeno del pickmeismo su entrambi i fronti è praticare della sana, buona solidarietà femminile, e collaborare per cambiare una mentalità che ancora oggi limita il genere femminile a categorie semplici e blandamente definite.
La validazione maschile non è poi così importante, se la vediamo sotto questo punto di vista!
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